L’IC Sant’Elia-Commenda in uno spettacolo teatrale che parla del mare:il mare che fin dall’antichità ha accompagnato la storia della nostra città, il mare che dà voce a romantiche leggende, “nostro Signore Mare che decide il destino delle persone che vivono vicino a lui e che a lui si affidano”.

Martedì 5 giugno alle ore 17,30 nell’aula Sandro Pertini del plesso di via Mantegna 23, un gruppo di alunni della Scuola Secondaria di I grado metterà in scena la piece La voce del mare.Lo spettacolo sarà diretto delregista e attore salentino Mino Profico che ha collaborato come esperto esterno al progetto“Un mare di creatività”,un percorso fatto di parole, musica, immagini di cui il lavoro teatrale rappresenta la giusta conclusione.

Virgilio, Mecenate e Orazio che arrivano a Brindisi, porta d’Oriente, dopo un faticoso viaggio lungo la via Appia; un giovane pescatore che si innamora di una principessa sull’isoletta di Sant’Andrea, i fratelli Catone e Francesco Crudomonte che si ribellano al ministro borbonico del re Franceschiello ai tempi dei moti rivoluzionari. E, infine, ancora il mare che regala una vita nuova e un futuro migliore prima ad una famiglia di contadini del sud Italia che nel 1905 si trasferisce a New York e, oltre un secolo dopo, nel 2015, ad una famiglia che dal Congo arriva a Lampedusa.

I ragazzisono i protagonisti a tutto tondo dell’evento. Per l’occasione, infatti, non sono diventatisolo attori ma anche sceneggiatori e musicisti.Sono stati guidati dai docenti responsabili del progetto nella scrittura delle scene, nello studio e nell’esecuzione delle musiche dello spettacolo. Dal maestro Proficosono stati poi trasportati nel mondo del teatro ehanno imparato a conoscere la bellezza e la magia di questa arte.

La manifestazione conferma l’attenzione che l’Istituto della Dirigente prof.ssa Lucia Portolano ha nel promuovere attività teatrali e musicali finalizzate alla sperimentazione didattica, al miglioramento dei processi di integrazione, al successo e al benessere sociale di tutti gli alunni.

Il teatro rappresenta una importante forma d’arte collettiva: i ragazzi hanno compreso che fare teatro significa prima di tutto lavorare in gruppo, ascoltare se stessi e gli altri, concentrarsi verso un obiettivo comune. Ha rappresentato, quindi, un mezzo per affrontare la problematica del non-ascolto, la mancanza di concentrazione e la tendenza ad agire in maniera sempre più individuale, veloce e frammentaria.

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