L’ORO BIANCO DEL MARE (o “Sckuma ti Mari”)

I pescatori cominciano a rispolverare le reti a circuizione, denominate sciabiche, formate da due lunghi lati di rete che confluiscono in un piccolo sacco a maglie molto fitte (1-2 mm). Vengono posizionate sotto costa per pescare il novellame.

Con questo nome.viene  indicato il pesce dalle dimensioni che si attestano al massimo    sui 2-3 cm. La “schiuma di mare”, neonata delle alici, è considerata una prelibatezza, ma in realtà si traduce in un grave danno all’ecosistema marino trattandosi di pesce allo stato giovanile. I pescatori che fanno uso della sciabica, se vengono sorpresi a pescare dalle motovedette della Guardia Costiera, subiscono il sequestro delle reti e gli vengono contestati verbali amministrativi con sanzioni molto pesanti. La pesca del novellame è, in questo periodo dell’anno, un forte richiamo per i pescatori che, pur sapendo delle pesanti sanzioni cui vanno incontro, non sanno resistere alle forti richieste di chi lo definisce “l’oro bianco del mare”.

Il nome corretto è “novellame di pesce azzurro”, ma in commercio viene chiamato con nomi diversi a seconda anche delle regioni di provenienza. Il termine più comune è bianchetto o gianchetto; a Brindisi si chiama: sckuma ti mari. Fate attenzione a non confonderli con i “pesci ghiaccio”, piccoli pesci d’acqua dolce che nuotano nei fiumi cinesi o nelle acque salmastre dei tropici che possono essere venduti come bianchetti.

Come riconoscere la truffa? Un campanello d’allarme è soprattutto il prezzo. I bianchetti sono piuttosto cari, mentre questi piccoli pesci sono venduti a prezzi più bassi. Rivolgetevi sempre al vostro pescivendolo di fiducia. Se conservati  in frigorifero, vanno consumati in giornata o al massimo entro 2 giorni; se invece li acquistate surgelati, attenetevi naturalmente alla data di scadenza posta sulla confezione.

La schiuma di mare viene consumata cruda condita con olio e limone, nel forno con il pan grattato o come una ottima frittata.