La vicenda del recupero dei compensi Aro, pari a poco meno di 200mila euro, da restituire con addebito sugli stipendi dei funzionari e dirigenti coinvolti, mi sembra segni un nuovo punto di svolta (o di ulteriore crisi?) nelle vicende amministrative del Comune di Brindisi.
Prima di addentrarmi nella riflessione che intendo proporre, sarà bene ribadire ancora una volta la mia posizione sulle vicende che presentano risvolti giudiziari, siano essi penali o civili: le sentenze sono una prerogativa della Magistratura. Di conseguenza, gli opinionisti o le testate giornalistiche, i politici o gli amministratori, non possono arrogarsi il diritto di anticipare dibattimenti in sedi non proprie e, meno che mai, conclusioni in tali materie.
Chiarito quindi che tutti gli interessati, persone fisiche o giuridiche, dovranno giocoforza sviluppare le proprie argomentazioni nelle sedi opportune per la definizione della controversia, in questo contributo vorrei segnalare la progressiva concatenazione di una serie di eventi che –per essere più marcatamente amministrativi – probabilmente sfuggono all’attenzione dei più.
L’Amministrazione Carluccio è la prima ad aver attivato il cosiddetto “spoil system”, che è la pratica politica americana secondo cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo. Ovviamente, in Italia questo sistema può essere messo in pratica solo attraverso la rotazione degli incarichi di lavoro, visto che – in carenza di solide motivazioni – nessun dirigente pubblico può essere licenziato.
La maggioranza politica che sostiene il Sindaco Carluccio ha fatto questa scelta, che è legittima ed inoppugnabile, anche se politicamente rischiosa se non ci si cura di promuovere alternative in grado di “reggere botta” alle quotidiane e complesse sollecitazioni della vita amministrativa.
E, in verità, le cronache dei pochi mesi trascorsi dall’insediamento dell’Amministrazione Carluccio (tralasciando l’esasperato “turn over” di assessori e giunte) raccontano di una progressiva caduta della capacità di governo della Giunta rispetto ai delicati equilibri dell’apparato dirigenziale.
Lo “spoil system” si è avvitato su se stesso, inanellando bandi di gara errati, dimissioni di importanti dirigenti e vari provvedimenti di rotazione (equivalenti a dichiarazione di sfiducia), poi clamorosamente smentiti per tappare vere e proprie voragini che si aprono quotidianamente nell’attività amministrativa del Comune.
In questo quadro, si inserisce la vicenda dei compensi ARO, prima liquidati e poi sottoposti ad azione di recupero, contestati da un lato e strenuamente difesi dall’altro.
Come ho premesso, non entrerò nel merito della vicenda, che eventualmente sarà risolta dalla Magistratura civile, ma qualche dubbio mi sovviene di fronte alla solerzia con cui si richiede il recupero dei compensi ARO e non si fa altrettanto per quelli OGA, che sono stati caratterizzati da un’analoga traiettoria.
Possibile che il recupero dei compensi che si intendono non dovuti sia anch’esso influenzato dalle logiche di “spoil system”, o – meglio – dalle “lotte di classe” e dai regolamenti di conti che ormai tendono a coinvolgere anche i più alti dirigenti comunali?
Se così fosse, ci troveremmo di fronte alla più severa emergenza politica mai palesatasi a Brindisi.
I ruoli apicali dell’Amministrazione Comunale rappresentano il più grande patrimonio tecnico e di memoria storica di cui dispone questa disgraziata Città, più volte svillaneggiata da un ceto politico imbelle, mediocre e senza speranza di futuro.
Portare l’attacco al “cuore operativo” dell’Amministrazione, quello che ha garantito la continuità e la sopravvivenza dell’Ente anche nei momenti peggiori, significherebbe aver abbandonato qualunque remora etica e ogni limite di moralità.
Anche se i fatti tendono a confermare questa ipotesi, io non ci voglio credere, perché – come diceva la buonanima di Andreotti – a pensar male si fa peccato. Ma ci si azzecca!
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