“La capacità attrattiva di una città è determinata innanzitutto dall’ambiente che la caratterizza. Purtroppo, in questo momento, Brindisi viene considerata una destinazione problematica: le aziende parlano tra loro e scelgono di non venire a Brindisi perché ci sono pesanti fardelli e ostacoli burocratici. Nel recente passato lo ha denunciato l’onorevole D’Attis, quando ha giustamente richiamato il fatto che, nella valutazione di un investimento, viene inserito anche il cosiddetto “rischio politico”. In pratica, le aziende analizzano i decisori politici ed è chiaro che un’amministrazione ostile a determinate tipologie di investimenti – tra l’altro consentiti e finanziati dall’Europa – scoraggia gli imprenditori.
Lo ha sottolineato recentemente anche il presidente di Confindustria Brindisi, quando ha ricordato che le azioni compiute sul territorio hanno conseguenze dato che le rassegne stampa finiscono sui tavoli degli amministratori delegati delle grandi imprese.
Noi, invece, vogliamo rompere questo clima di scetticismo attorno all’industria e aprire una grande stagione di investimenti, anche grazie all’aiuto del Governo, che a breve ci consentirà di ridimensionare l’area Sin e di liberare spazi enormi per attrarre nuove imprese”.