Svolgendo incontri in tutti i quartieri cittadini abbiamo avuto modo di riscontrare come uno dei problemi piu pressanti cui dovrà dare risposta l’Amministrazione che si andrà ad insediare sia quello di offrire una efficace soluzione ai bisogni abitativi crescenti e differenziati delle fasce più deboli della popolazione brindisina.
Nonostante gli innumerevoli interventi effettuati dalla Amministrazione Comunale in passato, che sono serviti ad eliminare sacche di emarginazione e di degrado come il Collegio Tommaseo, gli alloggi fatiscenti di Via Adamello, i tuguri di strada per Villanova, buona parte delle baracche di Parco Bove, ancora oggi vi sono numerosissime famiglie brindisine che vivono in abitazioni prive dei requisiti minimi di igienicità.
Ad aggravare la situazione contribuiscono la scarsità dell’offerta di alloggi in affitto, la rigidità del mercato a fronte di una domanda più articolata che in passato e la perdita di capacità reddituale delle famiglie brindisine.
Tutti fattori che danno luogo a fenomeni di sovraffollamento, di promiscuità, di degrado ma anche di esclusione.
Del resto la rigidità del bilancio comunale comporta una riduzione crescente delle risorse da destinare alla realizzazione e manutenzione degli alloggi sociali.
Eppure ai Comuni sono assegnate funzioni importanti nel settore abitativo.
Sono infatti le municipalità:
a provvedere alla manutenzione e alla ristrutturazione delle case di cui detengono la proprietà e, spesso, a finanziare la costruzione di nuovi alloggi;
a stabilire le aree dove possono insediarsi gli alloggi convenzionati e sociali;a concedere contributi agli affitti delle famiglie più povere o di quelle che si trovano in morosità incolpevole.
Una soluzione per far fronte alla scarsità di risorse potrebbe essere la vendita del patrimonio abitativo comunale al fine di drenare risorse per ristrutturare o costruire nuovi alloggi.
Tra l’altro una soluzione del genere contribuirebbe ad alleggerire il bilancio comunale atteso che ad oggi il Comune di Brindisi spende per la manutenzione del proprio patrimonio abitativo ben di più di quanto riesce ad incassare a titolo di canoni di locazione.
Un’altra ipotesi di lavoro che andrebbe perseguita potrebbe essere la permute di aree edificatorie o di immobile inutilizzati di cui il Comune deteniene la proprietà con alloggi da destinare alle famiglie in condizioni di disagio abitativo.
Tra l’altro un intervento del genere darebbe respiro ad un settore da tempo in crisi quale quello dell’edilizia che, se riprendesse vigore, produrrebbe anche uno stimolo efficacissimo alla ripresa anche di altri comparti economici.
Ma si potrebbe agire anche sul fronte della offerta degli alloggi attraverso la creazione di una Agenzia Comunale per l’Affitto con la funzione di svolgere un’azione di mediazione tra proprietari ed inquilini e con l’obiettivo di evitare sfratti e trovare canoni sostenibili per le famiglie.
Dell’argomento si discusse nella scorsa Consiliatura, senza giungere ad alcuna decisione.
Riprendere quella proposta potrebbe rappresentare una grande occasione anche per la nostra Città, sulla scorta di quanto fatto da tempo in altri comuni italiani.
Un modo nuovo e forse più efficace per combattere un disagio che oramai ha raggiunto dimensioni importanti e a cui va data una risposta adeguata e definitiva.
Maria QUATRARO
Componente Direzione Cittadina PRI