Memore delle raccomandazioni fatte dai veri Carabinieri, una 67enne caccia da casa un vero truffatore

Il metodo praticato per imbrogliare consisteva nel qualificarsi come maresciallo dei Carabinieri o avvocato, facendosi così consegnare denaro contante e oggetti preziosi dalla vittima, ingenerando nella stessa timore di gravi conseguenze giudiziarie in danno di parenti stretti e l’errato convincimento che questi fossero trattenuti in stato di arresto presso una caserma dei Carabinieri, a seguito di incidente stradale da loro stessi causato. é di qualche ora fa la vicenda occorsa a una signora anziana di Ceglie Messapica alla quale uno sconosciuto interlocutore telefonico si è presentato come maresciallo dei Carabinieri, riferendo che il figlio era rimasto coinvolto in un sinistro stradale, ma poiché aveva l’assicurazione del veicolo scaduta rischiava di essere arrestato unitamente alla moglie. Per risolvere la situazione occorreva la somma di 4.000€ da consegnare subito a un avvocato che si sarebbe presentato da lì a poco a casa della donna a ritirare la somma. Infatti, uno sconosciuto vestito di nero, dopo qualche minuto ha suonato al campanello, la signora si è subito insospettita comprendendo che si trattasse di un raggiro, affacciatasi dal balcone ha chiesto dapprima allo sconosciuto se fosse l’avvocato e avuta risposta affermativa ha iniziato ad urlare all’indirizzo dell’uomo che si è dato alla fuga a bordo di un’autovettura parcheggiata nelle adiacenze. La donna denunciando il fatto presso gli uffici dei veri Carabinieri, ha spiegato di non essere caduta nel tranello grazie anche alla campagna informativa attuata dall’Arma dei Carabinieri, che con una serie di incontri mette in guardia i cittadini sui comportamenti e sulle tecniche utilizzate dai truffatori per ingannare le persone anziane. E proprio l’esempio del falso Carabiniere è quello che viene maggiormente commentato nel corso degli incontri.

Ecco perché riveste fondamentale importanza la campagna di sensibilizzazione svolta dall’Arma dei Carabinieri nel territorio provinciale, in relazione alle truffe commesse in danno degli anziani e delle fasce più deboli della popolazione. Le iniziative di contatto con gli anziani da parte dei Reparti del Comando Provinciale di Brindisi si incentrano nei diversi luoghi di aggregazione: parrocchie, uffici pubblici, uffici postali, centri per anziani, esercizi commerciali, circoli vari. Il reato di “truffa”, nelle varie forme in cui si manifesta, è un concreto pericolo che desta grande allarme sociale soprattutto in questo particolare momento storico connotato da sfavorevole congiuntura economica. Infatti, la scelta dell’Arma di operare nei luoghi più diversi aventi quale comune denominatore la presenza degli anziani è stato l’obiettivo perseguito. Tale “comunicazione di prossimità” operata dagli uomini e donne dell’Arma nei luoghi e strutture ove l’anziano è naturalmente presente, lo ha reso maggiormente predisposto a recepire quei piccoli suggerimenti, da attuare nel vissuto quotidiano, che si rivelano fondamentali per difendersi dal truffatore di turno. Il messaggio è quello di diffidare sempre e comunque da chi si presenta quale sedicente appartenente alle forze di polizia e nella circostanza non veste l’uniforme, o quale impiegato dell’INPS o di altri enti pubblici, o dipendente di aziende erogatrici di gas, acqua o luce, che magari con modi gentili e a volte accompagnato da una donna suona alla porta chiedendo di entrare in casa con nascoste finalità delittuose. Infatti, gli enti pubblici non inviano propri incaricati a domicilio e se lo fanno, lo preannunciano con comunicazione scritta. Per tale motivo non bisogna mai abbassare la guardia e dubitare di sedicenti amici di parenti, o amici dei figli, persone non conosciute che hanno un solo obiettivo quando bussano all’uscio: carpire la fiducia per truffare o commettere altri reati quali il furto. Da prendere quale esempio è il comportamento di questa signora di Ceglie Messapica che non è caduta nella trappola rammentando i consigli, o del pensionato di Villa Castelli, nel mese di febbraio dell’anno scorso, quando, ricevuta l’inaspettata visita di due giovani donne, che appena gli viene aperto l’uscio si introducono nell’appartamento, e una delle due gli si denuda davanti, offrendogli prestazioni sessuali dietro modesto compenso. L’anziano stupefatto non si fa irretire, declina l’offerta nonostante le ripetute insistenze della donna, che unitamente alla complice, che nel frattempo si aggirava nell’appartamento, viene invitata con determinazione ad uscire fuori. Era lo stratagemma utilizzato dalle due che avevano in animo di depredare l’abitazione del pensionato che in quella circostanza non ci sono riuscite. Le stesse donne le ritroviamo, dopo qualche settimana, in San Michele Salentino, dove nella casa di un pensionato 70enne, una delle due inizia a denudarsi e prospetta all’uomo un rapporto sessuale, accompagnandolo in bagno. Il rapporto non si consuma poiché, dopo poco, la donna si riveste, guadagnando l’uscita dell’appartamento e, unitamente alla complice, si dilegua. L’uomo il giorno seguente si accorge che dal cassetto dove custodiva il denaro gli era sparita la somma di 2.000 €, sottratta dalla complice mentre era “intrattenuto” in bagno. La vittima ha trovato comunque il coraggio di denunciare la vicenda ai Carabinieri di San Michele Salentino che, dopo qualche giorno, sono giunti all’identificazione delle due donne, nomadi di origine romena, successivamente identificate ed arrestate.

Esiste un modo semplice per non cadere nelle trappole, non aprire la porta a chi non si conosce direttamente. Diffidare sempre e comunque di tutto e tutti poiché l’insidia è in agguato, dalla venditrice ambulante di calzini alla comunicazione della falsa vincita di un concorso (per riscuotere il relativo premio occorre sempre un versamento in denaro), al trucco del falso maresciallo dei Carabinieri.

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