Da più parti viene lamentato lo stato di crisi in cui versa il commercio al minuto nella nostra città e che riguarda, in particolare, gli esercizi di vicinato localizzati nel centro storico.

Tra le cause più citate a giustificazione vengono indicate la proliferazione dei centri commerciali, la difficoltà ed esosità del parcheggio nell’area compresa entro le mura e la diminuita capacità di spesa dei cittadini brindisini.

Quasi mai si riflette sulla circostanza che il mercato settimanale, uno dei più grandi e affollati di Puglia, drena ogni giovedì risorse notevoli, peraltro a beneficio di esercenti il commercio su aree pubbliche non residenti nella nostra città.

Il fenomeno è tristemente noto anche in altri settori: i redditi prodotti a Brindisi, siano essi di lavoro dipendente o di impresa, vengono poi spesi altrove!

E così mentre gli esercenti i negozi di vicinato devono fare i salti mortali per far quadrare i loro bilanci anche in virtù dell’elevato livello di tassazione cui sono sottoposti, sempre più spesso scegliendo la strada della chiusura, quanti esercitano il commercio ambulante nel mercato settimanale realizzano lauti guadagni a fronte di una pressione impositiva irrisoria.

Ogni “bancarella”, infatti, pare che corrisponda alla Amministrazione una imposta omnicomprensiva di circa 10,00 Euro per settimana, generando costi indiretti notevolmente superiori.

Basti pensare a quanto l’Amministrazione spende in termini di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti settimanalmente nel mercato.

O riflettere sui danneggiamenti che subiscono i sedimenti stradali ed i marciapiedi per l’alto numero di vetture in transito ed in sosta nei pressi dell’area che ospita il mercato, spesso in maniera del tutto irregolare.

Senza considerare che la scena che si presenta al termine dell’orario di funzionamento del mercato è desolante e va a disdoro di un quartiere spesso dimenticato come il Sant’Elia.

Si dovrebbe, allora, cominciare a pensare ad una “tassa di scopo” da far pagare agli esercenti il commercio nel nostro mercato settimanale che serva in qualche modo a riequilibrare i conti.

E destinare quei proventi ad interventi di miglioramento del decoro urbano nel quartiere Sant’Elia e allo svolgimento di eventi che rendano nuovamente attrattivo il centro storico.

E’ ancora tristemente presente nella memoria dei brindisini, ad esempio, la desolazione che ha caratterizzato quest’anno il Natale nel centro storico, giustificata con la indisponibilità di risorse per organizzare manifestazioni che potessero attrarre i visitatori.

Del resto il concetto di “tassa di scopo” è proprio quello di introdurre un tributo finalizzato al perseguimento di specifici obiettivi che, nel nostro caso, sarebbe quello della tutela e del rilancio del commercio brindisino.

Un sorta di federalismo fiscale che certamente incontrerebbe il consenso dei commercianti e degli abitanti della nostra città.

Ai brindisini non verrebbe sottratta l’abitudine consolidata di frequentare il mercato settimanale.

Gli esercenti il commercio all’interno del mercato, circa 550!, pagherebbero un giusto tributo a fronte della ospitalità che gli vene offerta, continuando a realizzare introiti notevoli.

Il quartiere Sant’Elia riceverebbe un giusto ristoro per il fatto di ospitare uno dei mercati settimanali più grandi di Puglia.

E si avrebbero le risorse per organizzare eventi capaci di rivitalizzare il centro storico in cui è oramai in corso un preoccupante processo di desertificazione commerciale.

Insomma, una soluzione capace di accontentare le esigenze di molti senza danneggiare alcuno.

Dino GRAZIANO

Componente Direzione Cittadina PRI

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