BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del Forum Ambiente e Salute sulla questione Tap:
Sulla questione della Tap la posizione critica delle Regione Puglia è nota così come è noto che i comuni interessati al percorso del gasdotto da san Foca a Mesagne sono tutti su posizioni di dissenso ad esclusione di quello di Brindisi dal momento che il Commissario Prefettizio di tale capoluogo mediante la “delibera con i poteri del Consiglio comunale” del 6.10.2017 ha dato positivo seguito alla procedura affrontando la questione come se si trattasse solo di un adempimento burocratico.
E’ stato invero motivatamente affermato che tutti gli elementi di conoscenza e di valutazione disponibili, compresi quelli di fonte ministeriale inducono a ritenere che il fabbisogno nazionale di gas sia ampiamente soddisfatto dalle forniture assicurate anche in caso di emergenze determinate da qualche risoluzione unilaterale di rapporti contrattuali per ragioni connesse a crisi politiche di natura internazionale. E ciò con la conseguenza che del gasdotto in questione si potrebbe forse fare a meno.
Ed a tale riguardo è stato anche affermato che nei prossimi decenni i consumi di energia importata dovrebbero ridursi perché le nuove tecnologie richiederanno minore energia, le abitazioni produrranno energia solare e saranno costruite in modo da contenere i consumi energetici. Ed anche perché secondo le previsioni Istat la popolazione pugliese dovrebbe registrare una forte diminuzione per la denatalità e per l’emigrazione.
Il Forum ritiene che la complessa vicenda del Gasdotto-Tap debba essere attentamente valutata sotto tutti gli aspetti partendo dalla considerazione, per quanto in particolare riguarda Brindisi, che ci sono stati ripetuti e pressanti tentativi, avallati dalla Regione Puglia, rivolti ad ottenere lo spostamento del punto di approdo dalla costa di San Foca a quella del nostro capoluogo. E a tale proposito è di questi giorni la notizia della bocciatura da parte della Consulta del conflitto di attribuzione sollevato nei confronti dello Stato dalla Puglia. Una ipotesi, quella dello spostamento dell’approdo a Brindisi, che è stata categoricamente esclusa dall’esito degli accertamenti effettuati per tutte le convincenti ragioni acquisite nel corso del processo autorizzativo alle quali va aggiunta la indignata opposizione della nostra comunità che ha pagato enormi costi ambientali e sanitari a causa di un dissennato processo di industrializzazione che non ha avuto peraltro apprezzabili risvolti positivi in termini occupazionali.
Invitiamo perciò il Commissario Prefettizio di Brindisi a sospendere sulla questione del gasdotto ogni decisione e ad avviare una fase di approfondimento aperta alla partecipazione delle forze politiche locali e di tutte le espressioni della società civile per pervenire ad una motivata conclusione evitando scelte che potrebbero risultare non in linea con gli interessi della nostra comunità. Ed a tale riguardo non è superfluo ricordare che la gestione commissariale di un Comune comporta certo la sospensione della funzione degli organi collegiali deliberativi ma non certo dell’adozione del metodo democratico nella maturazione delle decisioni che il Commissario è chiamato ad assumere nell’interesse della collettività.
Sia chiaro in ogni caso che lo spostamento del gasdotto da San Foca alla costa brindisina è una questione morta e sepolta. Preme poi sottolineare che se si riterrà di portare avanti la realizzazione del tracciato del gasdotto come allo stato progettato, esso richiederà – per quanto attiene al territorio brindisino – seri approfondimenti di compatibilità non solo ambientale ma anche urbanistica dal momento che si ha motivo di ritenere che questo secondo requisito, contrariamente a quanto si afferma, non può a nostro avviso considerarsi scontato.