Una domenica come le altre. L’unica differenza era mio marito con l’influenza. Una normale influenza, tale da non destare preoccupazione.
Poi tutto precipita: l‘arrivo della ambulanza con gli infermieri del pronto soccorso (118) che riconoscono subito la gravità della situazione. Da quel momento l’inferno: l’intervento d’urgenza, pericolo e paura.
Una famiglia che non riesce a capire cosa stia accadendo.
Ed ecco qui il senso di queste righe, la prontezza dei medici nell’intervenire, a capire come fare a salvargli la vita. Questo non è solo dovere di un medico, questo è amare il proprio lavoro.
I miei ringraziamenti vanno al reparto di rianimazione di Brindisi (Dottoressa Spada e dott. Caliandro e tutta la loro equipe), al reparto infettivi e al suo primario dott. Potenza, al reparto di chirurgia capitanato dal primario dott. Giuseppe Manca, ma sopratutto agli angeli che hanno salvato la vita a mio marito: la dott. ssa Miccoli Antonella (dirigente medico trasfusionale Brindisi), il dott. Macelletti Francesc (chirurgia vascolare) e il dott. E. Antonica (chirurgia generale).
Ho toccato con le mie mani, ho osservato con i miei occhi per 20 giorni: la professionalità dei medici e degli infermieri non è fantasia… ma realtà.
Vorrei inoltre sottolineare l’importanza del donare il sangue: il Centro trasfusionale di Brindisi ha bisogno di tutti.
Donare può salvare più vita!
Lettera firmata
La qualita’ umana e professionale di questi medici ha, come contraltare, la presenza, alquanto cospicua -purtroppo- di colleghi poco motivati e disinformati dal senso altamente etico che deve informare la professione per esercitare la quale e’ previsto il giuramento sui principi di Ippocrate!
Pensiamo che invece c’è gente che pensa sia “corretto ” aggredire i medici e il personale sanitario.
VERGOGNA
Lettera palesemente inviata, su commissione, richiesta sicuramente da qualcuno degli interessati. Non mi meraviglierei.
Deve essere brutto vivere pensando solo al marcio. Di solito si dice che il marcio lo vede chi ce l’ha dentro. Mi spiace, signor Saverio, che lei pensi questo. E non perchè getta ombre sul giornale (potrei essere stata tratta in inganno anche io), ma perchè conosco bene la signora che ha scritto questa lettera e conosco anche il marito. E poichè era sul punto di perdere la vita, leggere certe insinuazioni fa davvero male a chi la malizia ed il sospetto non sa neppure dove siano di casa.
Condivido ed apprezzo il giusto commento di gratitudine della signora relativa alla qualità umana e professionale dei medici su menzionati ed aggiungo di cuore ” grazie di esistere”.