“Abbi cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui puoi vivere” amava ripetere
Jim Rohn e come dargli torto? Che l’attività fisica abbia delle significative ricadute sul benessere psicofisico delle persone che la praticano (anche a livello amatoriale) è ormai un assioma che non ha bisogno di essere dimostrato, ma solo inserito tra le buone pratiche da seguire nella vita di tutti i giorni.
E proprio il binomio movimento-benessere psicofisico ha rappresentato il leitmotiv del meeting che si è tenuto ieri sera nella cornice di Castello Imperiali a Francavilla Fontana, nel corso del quale due associazioni sportive cittadine di cicloamatori e runners (TEAM FUORISOGLIA e URBAN RUNNER) con il prezioso contributo di professionisti del mondo sociosanitario hanno tenuto a battesimo il “DIARIO DI UN FISIOTERAPISTA (IN)FORTUNATO” del Dott. Roberto Pichero, resoconto profondo ed accurato del graduale recupero post-traumatico dell’autore dopo un incidente in bici. Moderatore dell’incontro è stato Diego Fanelli (socio A.S.D. Urban Runner).
Situazioni come quella descritta nel libro in questione possono purtroppo capitare, come sa molto bene chiunque pratichi attività sportiva agonistica e non all’aria aperta, ma è indubbio che l’esercizio fisico, data la stretta connessione corpo/mente, rimane comunque un requisito imprescindibile per mantenere un buon livello di salute psicofisica nel nostro organismo, come ha opportunamente ribadito nel suo intervento lo psicologo Carmelo Ciracì.
Un valido contributo in tal senso viene offerto anche dall’attività svolta da associazioni come URBAN RUNNER e TEAM FUORISOGLIA, che, come hanno sottolineato Ivan Solazzo (Presidente A.S.D. Urban Runner) e Vanni Calò (Presidente della FCP, che ha fattole veci di Massimiliano Lopalco, Presidente A.S.D. Team Fuorisoglia), si prefiggono proprio l’obiettivo di promuovere eventi sportivi agonistici e non, per stare bene insieme, in forma e in allegria, rispettando sempre le capacità individuali nei percorsi urbani ed extraurbani proposti. Lo stesso dicasi per i TEAM FUORISOGLIA, anche loro strenui sostenitori dei benefici derivanti dall’attività fisica su due ruote all’aria aperta, con evidenti effetti positivi di “time-out” dallo stress.
Purtroppo, però, quando ad attendere un cicloamatore o un runner c’è l’amara sorpresa di un incidente (come quello realmente capitato all’autore), l’impatto che quest’ultimo può avere su uno sportivo finisce col coinvolgere anche la sfera emotiva. I tempi del recupero fisico naturalmente variano a seconda del problema e del tipo di intervento medico post-traumatico richiesto, come ha giustamente fatto notare la Dott.ssa Carmen Borracci, che per consuetudine lavorativa viene quotidianamente a contatto con situazioni di questo genere (dalle tendinopatie degli arti inferiori fino alle fratture). Fondamentale in questi casi è seguire un corretto programma riabilitativo affidandosi a fisioterapisti professionisti, che non mancheranno di offrire, se necessario, anche un giusto supporto psicologico per una ripresa più veloce ed un ritorno più piacevole e motivato all’attività outdoor. Naturalmente, come hanno puntualizzato anche nel loro intervento i Fisioterapisti Annamaria e Piero Zaccaria, la prevenzione rimane sempre la migliore terapia e, infatti, tra le strategie più efficaci contro gli infortuni ci sono sicuramente un’adeguata distribuzione dei carichi allenanti, l’analisi, il recupero e l’ottimizzazione delle fasi di riscaldamento e defaticamento prima e dopo ogni attività sportiva.
Quando, però, come è accaduto al Dott. Pichero, nella vita di ognuno di noi capita di sperimentare la “caduta” (fisica e/o psicologica), non ci resta che far tesoro dell’esperienza narrata nel suo “DIARIO” che, facendogli sperimentare il role-play del paziente, gli ha suggerito un nuovo approccio alla vita e al suo lavoro, consentendogli non solo di “riabilitarsi” a livello psicofisico, ma anche di “vedere il bicchiere mezzo pieno” e ritrovare il piacere delle piccole cose, come quello di indossare nuovamente, appena possibile, le sue scarpe da ciclista e risalire in sella in compagnia dei suoi amici cicloamatori.
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