BRINDISI – Il Governo ha deciso di allargare le maglie sull’attuazione del Decreto Madia in tema di società partecipate, venendo incontro alle esigenze degli Enti locali, costretti in un primo momento ad una corsa contro il tempo per definire i piani di razionalizzazione ed i conseguenti piani industriali delle proprie società in house entro marzo. Con il ‘mille proroghe’ prima e con l’accordo siglato tra Governo ed Enti locali poi, invece, il termine ultimo è slittato al 30 settembre. Ecco spiegato l’arcano del silenzio calato sul piano industriale della BMS, che molti, in questi giorni, richiedevano a gran voce.
Il Comune, dunque, ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario per valutare come operare, in attesa che l’Ipres, l’organo al quale è stato demandato lo studio delle mosse da approntare per risanare la BMS, si pronunci nel merito.
Di certo c’è che la custodia degli impianti sportivi non potrà essere affidata alla BMS, in quanto questo richiederebbe l’indizione di una procedura concorsuale che andrebbe a detrimento della clausola sociale, la quale salvaguarda i lavoratori dell’attuale società, ovvero la Natuna. Pertanto, nonostante la clausola di riserva introdotta nel bando quinquennale per l’affidamento dei servizi di custodia degli impianti sportivi, che lascia la porta aperta ad una internalizzazione del servizio, dal Comune danno per certa la necessità di ricorrere all’esternalizzazione del servizio.
Il parere dell’Ipres – che nessuno, a Palazzo di Città, è in grado di stabilire quando giungerà – dovrà inoltre tenere conto di un’altra modifica al Decreto Madia strappata dagli Enti locali. Fino al 2019, infatti, non saranno più costrette a rientrare nel piano di razionalizzazione le società partecipate che non raggiungono il milione di euro di fatturato, ma solo quelle che non arriveranno a 500.000 euro. Ciò, permetterebbe di colpo alla Energeko di vedere salvaguardata la propria autonomia gestionale, dato che il fatturato della società è inferiore al milione di euro ma superiore ai 500 mila euro. Con il nuovo quadro, si reputerà ancora necessario sacrificare l’Energeko sull’altare del salvataggio della BMS? Difficile dare risposte in merito.
In questo bailamme, restano sempre da risolvere: i problemi legati alla copertura del milione e 400 mila euro di ammanco riveniente dalla gestione del 2014; la questione della cessione del capannone dal Comune alla società; l’approvazione dei bilanci del 2015 e del 2016.
Si deve inoltre comprendere quale sia il ruolo dell’Amministratore Unico Camassa, il cui pensiero non sembra, al momento, interessare particolarmente i vertici dell’Amministrazione Comunale.
Davvero un bel rompicapo, non c’è che dire.
Andrea Pezzuto Redazione |