BRINDISI – “Oggi in una conferenza dei capigruppo con all’ordine del giorno la questione Multiservizi si è arrivati ai limiti della decenza”.
Lo scrive su facebook il capogruppo del Movimento 5 Stelle Stefano Alparone che prosegue: “Su un argomento così importante e, almeno a parole, ‘sentito’ da tutte le forze politiche, risultavano assenti gran parte dei capigruppo, l’Amministrazione (che questa riunione ha convocato) se non per la mera presenza fisica dell’Assessore Campo, che tra l’altro si occupa di tutt’altro, ed avvisato giusto un’ora prima per tentare di salvare almeno la faccia. Abbiamo ricevuto copia della risposta, ovviamente negativa come ampiamente pronosticato mesi fa, da parte dell’IPRES in merito alle richiesta avanzata dal Comune di affidarle l’incarico per la redazione di un piano di ristrutturazione delle società partecipate. Ennesima perla della Amministrazione Carluccio che chiaramente procede per tentativi sperando di indovinarne almeno una ogni tanto. Pare doveroso sottolineare che la risposta è arrivata il 21 marzo e che è passato oltre un mese prima che qualcuno si degnasse di farne pervenire almeno copia alle forze politiche. Da prassi consolidata abbiamo dovuto interloquire con il solo Dirigente a cui ovviamente non compete la discussione politica e che si è giustamente limitato a comunicarci che, il prossimo tentativo, sarà quello di indire un bando per ricercare una figura che possa procedere alla stesura di un proposta che preveda la fusione tra le due partecipate BMS ed Energeko ed il relativo piano industriale. Il tempo passa ed i problemi restano senza neanche la parvenza di un’idea sul come risolverli”.
E proprio in riferimento alla Brindisi Multiservizi pare ci sia parecchio malumore tra alcuni consiglieri di maggioranza (compresi quelli che lo hanno sponsorizzato) per la figura di Vito Camassa quale amministratore della partecipata. L’idea è quello di defenestrarlo, ma a Brindisi – ed al Comune soprattutto – si sa che ciò che si pensa e si dice non corrisponde quasi mai a ciò che si fa.
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