Da troppo tempo Brindisi attende speranzosa, nel suo stato di afflizione profonda, che si costruisca intorno alle sue potenzialità, la sua storia, le sue preziose infrastrutture, la sua economia, un progetto di sviluppo. Non è più il momento di aspettare che qualcuno o qualche forza politica si dichiari, a parole ma non nei fatti, portatore sano di quel cambiamento di rotta che la città attende invano da anni. Vani sono stati i tentativi, purtroppo sempre attuali e di mera facciata, di entità o pseudo laboratori politici pre-elettorali pregnati da croniche dinamiche affaristiche ed incapaci di ridare dignità al ruolo della politica; esperimenti falliti, ispirati da interessi privati, sempre articolati da miseri giochi di potere. La storia, recente e passata, della politica brindisina ci dice che, senza indugio, è necessaria una nuova proposta dei cittadini e per i cittadini, che sappia ridare dignità ad una città abusata da incapacità e miopia. È il momento di interrompere quella fase di disintermediazione che sino ad oggi è stata la cifra della politica a Brindisi lontana dai corpi intermedi ed indifferente alle esigenze dei più giovani perché rinchiusa nella propria autoreferenzialità, appassionata di potere più che di impegno civico responsabile. È il momento di impegnarsi per annullare le disuguaglianze che tengono distanti le periferie usate come comitati elettorali, reimparando ad ascoltare ed interpretare i bisogni dei quartieri per ristabilire quel radicamento sociale perso nel tempo e nelle false promesse. La disuguaglianza a Brindisi non è un concetto astratto ma un fenomeno che, anche a causa del Covid, sempre più sta caratterizzando la nostra comunità. È il momento di voltare pagina, prendere coscienza della immediata necessità di riannodare, abbandonando ogni saccente snobismo, un rapporto, oggi sfilacciato e consunto, con il mondo del lavoro, con l’associazionismo, con il mondo imprenditoriale, con i cittadini, per ascoltare bisogni e proposte e declinarle in un’unica visione di sviluppo senza dimenticare storia e vocazione dalla nostra città. Per questo e con queste ambizioni il Movimento 5 Stelle, l’associazione Progressisti per Brindisi, Sinistra Italiana e tutti gli altri gruppi di cittadini attivi, intraprenderanno un coraggioso percorso collaborativo comune basato meramente su valori e progetti condivisi, finalizzato alla partecipazione collettiva della cittadinanza. L’obiettivo principale è quello di ridare voce a quelle risorse ed a quelle competenze, finora inascoltate e tradite da anni di pressappochismo interessato, di cui la città è ricca. Solo con l’impegno civico e la funzione disinteressata della politica – concludono – sarà possibile fornire il proprio contributo alla rinascita di un territorio ricco; tenendo insieme, in chiave ambientale, industria, agricoltura, turismo ed artigianato. È il momento di riconnettere quanto prima tutti i gangli vitali della città, per ridare forza e autorevolezza politica ad un territorio ormai incapace di gestire vertenze ed aprire tavoli regionali e nazionali sui problemi e, soprattutto, sul futuro di Brindisi.
Movimento 5 Stelle
Progressisti per Brindisi
Sinistra Italiana
Ottima idea, speriamo in un progetto che dia vita ad una città bellissima ma con poco senso civico. Forza!!!
Non avete neanche la faccia di dire da chi sarà composta la “nuova” creatura che sta per nascere. Vecchi faccendieri che dopo aver ricoperto la città di vergogna, ritornano, come se nulla fosse accaduto, nel tentativo di mettete le mani sul “lavoro” che QUESTA amministrazione ha ottenuto lavorando onestamente. È con questa gente che il m5s vorrebbe correre per “conquistare” la città?
Uno dei principali obiettivi di questa scellerata idea politica è boicottare il collegamento ferroviario con l’Aereoporto. Tale progetto rappresenta il futuro di questa città chi si oppone cerca di ostacolare lo sviluppo di Brindisi. Questa Amministrazione ha impostato egregiamente lo sviluppo futuro di questa città; certo avrebbe potuto fare di meglio trasferire i Rimorchiatori nel porto esterno magari a Capobianco, sfrattare l’AP dalla EX Stazione Marittima utilizzando quella meravigliosa struttura per fini più nobili progetti culturali e turistici. E che dire poi delle “Antiche Strade” anche loro si oppongono al Raccordo Ferroviario anzichè protestare per liberare il porto dai Rimorchiatori e da navi inquinanti e rumorose.