La redazione di Newspam con il suo inviato fashion blogger, Danilo Fornaro, è presente ad uno dei più importanti eventi della fashion week a Milano. L’inaugurazione della “Fondazione Gian Paolo Barbieri” apre le porte agli amanti della fotografia di moda e non solo. Critici, esperti di moda, di fotografia hanno accolto l’invito ad inaugurare uno degli spazi culturali più importanti della capitale meneghina.
Gian Paolo Barbieri, noto a tutti noi per aver fotografato volti celebri dello star sistem, da Audrey Hepburn a Monica Bellucci, è un grande fotografo il cui talento è passato attraverso Yves Saint Laurent e Gianfranco Ferrè; un uomo da un’anima definita sensibile, dallo sguardo vorace e colto, spirito libero, cantore della bellezza è oggi uno dei più grandi nomi della fotografia di moda.
Attraverso i suoi scatti ha inchiodato il presente sottraendolo al tempo, celebrando la bellezza come una genesi creativa, per il resto passione e sensibilità fanno la differenza nello scatto e soprattutto costituiscono i suoi ingredienti principali da usare nei soggetti da fotografare.
In una fredda serata milanese ha accolto i suoi più cari amici dove ad accogliergli un red carpet con la proiezione sia all’esterno che all’interno dell’edificio dei suoi più celebri scatti lasciando incantante persino le modelle presenti. E lui si sa di modelle ne ha viste davvero tante e soprattutto sono state protagoniste di importanti campagne commerciali negli anni ’80 e ’90, per marchi come Versace, Armani, Chanel, Givenchy, Westwood, oltre ai già citati Valentino, Ferré, Saint Laurent. Servizi pubblicati da riviste del calibro diVogue America, Vogue Italia, Vogue Paris, L’Officiel, GQ, Vanity Fair.
Dal suo esordio parigino nel 1962, come assistente del celebre fotografo di Harper’s Bazaar arriva a milano due anni dopo aprendo il suo primo studio. Da quel momento tutto in salita verso un successo fatto di imponente ispirazione artistica.
Indimenticabili i ritratti di bellezze immortali come Audrey Hepburn, nella serie in bianco e nero del 1969 pubblicata su Vogue Italia: chi non dimentica quel viso radioso, incorniciato da morbide rouches di organza e da un cappuccio in taffetà, rigorosamente Valentino?
La Fondazione oggi avrà il compito di curare il lavoro dell’artista, occupandosi anche di sostenere la fotografia storica e contemporanea e i diversi linguaggi della cultura e della creatività. La sede custodisce il prezioso materiale del fotografo nei suoi 60 anni di carriera, tra servizi di moda, ritratti di personaggi, still life ed immagini di vita privata.Un totale di 910.000 negativi, 6.915 positivi, oltre 600.000 file digitali e più di 40.000 scatti mai pubblicati. Spazi larghi e luminosi, alti soffitti a capriate, ampi lucernai, grande cura negli arredi e una serie di zone di lavoro, aree di posa, servizi, archivi, oltre a un piccolo giardino esterno.
Tanti gli ospiti tra cui Mara Venier ed il grande fotografo Giovanni Gastel che hanno concesso dei selfie al nostro blogger.