Non ci sono più gli accertamenti di una volta! – Racconto breve di Gabriele D’Amelj Melodia

Alessasndro Brossi, Alex per gli amici, dottor Brossi per gli altri, quella mattina non prese neanche il caffè. Lo striminzito, insufficiente caffeuccio che costituisce la  prima colazione di molti italiani. Uscendo dimenticò persino di porre alla moglie Tati il rituale quesito nazionale, quel “Che si mangia oggi?” per lui equivalente al bacio di rito.Quel venerdì, per il dottor Alessandro Brossi fu Carlo, titolare di un’avviata agenzia assicurativa in pieno centro, era davvero una giornata sorta. “Nigra signanda lapillo”, aveva pensato tra sé, compiaciuto delle sue reminiscenze classiche. La lettera della locale Agenzia delle Entrate parlava chiaro: La S.V. è invitata a presentarsi il giorno 11 c.m., alle ore 10.00, presso la II  Sezione “Accertamenti” di questo Ufficio per “Chiarimenti in merito alla denuncia dei redditi 2018 . Distinti saluti. Il Direttore ecc.ecc. Linguaggio  scarno, essenziale, algido … Per strada rallentò il passo: arrivare con qualche minuto di ritardo avrebbe rappresentato un comportamento disinvolto, sicuro, di onestà annunciata. Giunto nei presso del  palazzone delle Finanze diede un’occhiata al rolex , poi d’improvviso accelerò l’andatura ritenendo che, viceversa, presentarsi in perfetto orario  avrebbe costituito prova di correttezza e precisione. La spia rossa dell’ascensore lo spinse ad involarsi su per le scale verso il terzo piano dove, nella stanza numero  cinque, l’attendeva il dottor Ivan Lo Perfido, il Torquemada degli evasori brindisini. “Accomodatevi prego”, disse il Lo Perfido, seguitando imperterrito a firmare una pila di scartoffie, come sempre sono abituati a fare gli alti burocrati per mettere in soggezione il prossimo. Dopo alcuni minuti lunghi come ore, il Capo Sezione Ivan Lo Perfido, detto il terribile, faccia insignificante da identikit , pigiò due volte il campanello per chiamare la segretaria poi, fissando la vittima con due occhietti al laser, attaccò con accento marcatamente barese “Allora… avete compreso il motivo di questa convocazione vero? Ehh, lo so, lo so, voi contribuenti ritenete sempre che l’Ufficio delle tasse vi tartassa, che ce l’abbiamo con voi…” Guardi, Le assicuro che io ….” -tentò di interloquire il Brossi. “Facitemi u piacere di non interrompermi “ -replicò seccato il Lo Perfido- Voi contribuenti italiani dovete finirla di avere pregiudizi verso di  noi. Fidatevi!  Noi facciamo solo il nostro dovere per il bene dello Stato, cioè di tutti noi!” Nel preciso istante in cui il funzionario terminava la sparata paternalistica, come in un copione perfetto, era entrata nell’ufficio, dopo un toc-toc convenzionale, un’anziana segretaria tappezzata con un enorme grembiule nero. “ Grazie Ninì”, disse affabile Ivan il terribile, cominciando a sciogliere con mano esperta i legacci di un rigonfio faldone. Mentre la vetusta segretaria usciva dalla stanza col passo felpato di una clarissa mancata, il capo sezione riprese “…Baglivo,Barca, Bianco, Bozzi, Brossi..eccolo qui!” Il povero convocato se ne stava rannicchiato sulla scomoda sedia di faggio e, per darsi un contegno, continuava ad accavallare le gambe. “Andiamo subito al sodo, ringhiò Lo Fino sistemandosi i vecchi occhiali sgangherati, Quadro V rigo otto… Voi qui dichiarate un imponibile netto di 147.000 euro… Siete sicuro di quanto avete scritto? Pensateci bene, ve la sentite di confermare davanti a me il dato iscritto a dichiarazione? “ La vittima annuì col capo dicendo solo “Sì,sì”. “Voi siete titolare di un agenzia sita in corso Garibaldi al n. tal dei tali…”Certo, è una delle agenzie piùà importanti della città…”. “Egregio signore, guardate che noi abbiamo i nostri ispettori, facciamo le nostre verifiche …” “ E’ ovvio, certo, però le gravose spese d’esercizio …” “ Naaa – interruppe stizzito il Lo Perfido – e quante volte ve lo devo ripetere di non interrompere! Comunque ditemi se voi confermate i dati qui riportati ma attento alle conseguenze, qua non si scherza!”  . “ Ve lo giuro sul mio onore!” disse Brossi mettendosi la mano sul cuore. Il pugno che si abbattè sul sottomano in vilpelle fece tremare i vetri. “ Qua non stiamo a giuocare, caro signor Brossi, io qua faccio il mio dovere, voi fate il vostro. Smettetela di dirmi barzellette, non osate prendermi per i fondelli eh, sennò peggiorate la vostra situazione! Col fisco bisogna essere onesti, leali, bisogna dire la ve-ri-tà, prendersi le proprie re-spon-.sa-bi-li-tà! Voi qui denunciate la bellezza di 147.000 euro netti, ma.. vi rendete conto?  Nemmeno che voi foste le Generali! Voi Brossi  avete la sfacciataggine di paragonarvi alle Generali. Ma Vi rendete conto della  grossa bugia che affermate?” “ Ma dottor Lo  Perfido,m Le Assicuro che..”! “ Basta, statemi a sentire … chiudiamo a 88.000 e non se ne parli più|”. “Co…come 88.000 euro ma non è possibile, lei sta scherzando”- bisbigliò  il Brossi impallidendo- Lei mi vuole rovinare!” “No, io parlo sempre seriamente e non vi voglio rovinare:Signore, ve lo dico senza offesa, il vostro giro d’affari è assai modesto, inutile fingere …” “ Stupefatto Brossi non trovava parole per esprimere stupore e sdegno “ Come modesto, ma ha visto la mia villa,il mio Suv 4×4, la barca..io ho un certo tenore di vita sa, si informi, io son socio e del Rotary e del circolo tennis , Lei non può trattarmi così, lei rovina la mia reputazione!” “ ehh, non esageriamo.. reputazione… Brossi ascoltate: la villa è ipotecata, il Suv, di seconda mano, l’avete preso in leasing, la barchetta è un cabinato di sei metri e al circolo siete arretrato di sette mensilità, è vero o non è vero? “ “Sì vabbè, però…” “ Però un corno! Brossi, scusate se ve lo dico, voi siete un poco megalomane! Sentite, facciamo 90.000 tondi tondi e non ne parliamo più, vabbuono? ”. Il dottor Alessandro Brossi fu Carlo aveva le lacrime agli occhi per l’umiliazione. Capì che la battaglia era persa e, dopo un lungo sospiro, disse con un filo di voce “D’accordo, dove devo firmare?”” Qui…e qui..e un’altra qui. Avete fatto bene sapete, ora vi sentirete la coscienza a posto… Bene è tutto, potete andare, buona giornata e ossequi alla signora.” disse il Capo Servizi LoPerfido con un sorriso mellifluo ma trionfante.” Brossi si alzò e si diresse a capo chino verso l’uscita. Che avrebbe detto la sua signora? E che figura di m… avrebbe fatto quando Il Quotidiano avrebbe pubblicato l’elenco dei maggiori contribuenti della città? E’ proprio vero, pensò con amarezza, i tempi cambiano, non ci sono più quei belli accertamenti di una volta!

                                                                                                                                                                                           Gabriele D’Amelj Melodia 

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