BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo nota di Legambiente relativa alla nuova procedura del Piano Comunale Costiero.
“In data 13/05/2017 Legambiente, congiuntamente ad altre Associazioni culturali, ambientaliste ed al Sindacato Balneari (S.I.B. Confcommercio), presentava “Osservazioni in merito alla procedura finale di approvazione del Piano Comunale Costiero (PCC)”; due aspetti sono da sottolineare subito, onde fugare ogni dubbio in merito anche a recenti interventi apparsi sui siti locali:
Legambiente è statutariamente portatrice di interessi “diffusi” che, come tali abbracciano, in maniera “adespota” e quindi appartenenti ad una serie indeterminata di soggetti e nel contempo riferibili a ciascuno di essi nella propria interezza, le istanze di interessi e tutele (ambientali) non suscettibili di essere ascritte ai singoli individui, né, ancor più ed in via esclusiva, alle Amministrazioni; ancor meno tali interessi sono ascrivibili ai singoli amministratori e/o ex amministratori.
Le “Osservazioni” al PCC sono state elaborate e sottoscritte sia da dalle Associazioni di tutela ambientale che, in particolare, anche da un certo numero di esercenti iscritti al Sindacato facente capo alla Confcommercio; ciò a riprova che non vi è stato mai alcun “conflitto” e che invece gli interessi sono del tutto comuni.
Fatta questa necessaria premessa, rileviamo un assordante silenzio in merito alle procedure che l’Ufficio Urbanistica di Brindisi intende attivare sul Piano della Costa; ciò anche in virtù di quanto riportato dalla Regione Puglia in una recente nota nella quale sconfessava l’artato operato del Comune di Brindisi.
Non a caso le “Osservazioni”, presentate alla fase terminale del PCC, evidenziavano tutta una serie di inottemperanze ed inadempienze alle normative regionali che hanno indotto a richiedere il “rigetto” della proposta di Piano Comunale Costiero e/o, quanto meno, la sospensione del procedimento in essere.
Si premette che il “Rapporto Ambientale” di VAS e VincA, presentato dal Comune all’attenzione pubblica e quindi anche alle eventuali “osservazioni”, costituisce l’atto terminale del procedimento normativo di conoscenza qualitativa e quantitativa dell’impatto ambientale che il PCC ha sul territorio, avendo già il Comune assolto alla fase iniziale di scoping; fase iniziale che ha prodotto, anche questa, “osservazioni” da parte di Legambiente, dell’Ordine degli Architetti, del Sindacato Balneari (S.I.B. Confcommercio), da Italia Nostra e dal WWF ed da altre Associazioni e Cittadini, alle quali il Comune non ha, sostanzialmente, fornito risposte, restando caparbiamente ancorato sulle proprie posizioni.
Le “osservazioni” prodotte evidenziano la non ottemperanza del “Rapporto Ambientale”, presentato dal Comune, alla normativa regionale (LR 17/2006 e LR 44/2012, ecc.); a tal proposito si rileva che il Piano Comunale Costiero (PCC) del territorio di Brindisi, giunto alla fase definitiva, presenta un “Rapporto Ambientale” che è difforme dalla norma richiamata (LR 44/2012) in quanto:
Non fa alcun riferimento alle “osservazioni” presentate da Associazioni e privati nella fase di “Rapporto Preliminare di Orientamento” del PCC; tale Rapporto è stato già sviluppato e consegnato in data 19/01/2015 e, successivamente, approvato con DGC n. 21 del 26/01/2015. Il “Rapporto Ambientale” non solo non evidenzia le “osservazioni” fatte al “Rapporto preliminare”, ma non le cita neppure.
Tutti gli “impatti”, se pur sommariamente descritti, non sono valutati e quantificati in termini di “peso” e quindi non forniscono alcun contributo alla verifica diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine, permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa sull’ambiente; con ciò, ogni possibile programmazione del PCC sulle “aree dema-niali marittime” è del tutto aleatoria.
Non avendo provveduto alla definizione “qualitativa” e “quantitativa” del “peso” di ciascun “indicatore di pressione”, non sono state riportate le eventuali “alternative” alle azioni previste nel Piano per il raggiungimento degli specifici obiettivi, elementi questi imprescindibili in un “Rapporto Ambientale” ed ancor più di quello di Brindisi che presenta rilevanti “criticità”, “sensibilità” e “pressioni antropiche”.
Dalla lettura dei documenti di Piano si è rilevato che il “Rapporto Ambientale” è praticamente identico al “Rapporto Preliminare di Orientamento”, che doveva essere solo prodromico al “Rapporto Ambientale” finale del Piano Comunale Costiero.
Quanto sopra si desume dalla “premessa” di entrambi i Rapporti che, per quanto riportato, fanno riferimento all’art. 9 della LR 44/2012 e relativo alla “Impostazione della VAS” e non, invece, al successivo art. 10 che è relativo, appunto, alla “Redazione del Rapporto Ambientale” finale.
Una svista? Oppure la supponenza che tanto i Cittadini non leggono ?
Di certo il relatore di ambedue le VAS, Prof. Carmelo Maria Torre, nell’ambito del “Rapporto Ambientale” finale, alla pag. 82 testualmente riporta:
“Il calcolo dei singoli valori, in considerazione della quantità e della complessità dei dati analizzati e al fine di meglio verificare i coefficienti moltiplicativi attribuiti in questa prima fase, sarà riportato nella versione finale di questo stesso studio”.
Vi è, quindi, una chiara ammissione che il “Rapporto Ambientale” non è quello presentato nella fase finale di approvazione del PCC, ma solo un’integrazione molto parziale del vecchio “Rapporto Preliminare di Orientamento”.
Tutto ciò in contrapposizione a quanto riportato nella Determinazione del Settore Urbanistica ed Assetto del Territorio del Comune di Brindisi n. 42 del 11/4/2016, dove si riporta che il professionista incaricato in data 21/03/2016 (pec n. 23796) ha consegnato:
Rapporto Ambientale;
Sintesi Non Tecnica del Rapporto Ambientale;
Elenco dei Soggetti competenti.
Quella stessa Determinazione comunale n. 42/2016 con la quale si approva la documentazione trasmessa dal professionista convenzionato e che è parte integrante e necessaria per l’approvazione finale del PCC, ai sensi della LR 17/2006 art. 4., comma 1.
In definitiva, questo “Rapporto Ambientale”finale avrebbe dovuto contenere tutto quanto, in termini qualitativi e quantitativi, indotto dal Piano sulle “aree demaniali marittime” e su quelle vincolate e riportate in “Natura 2000”, congiuntamente alle considerazioni espresse ed accettate nelle “osservazioni” già riportate nel “Documento Preliminare di Orientamento” alla VAS e VincA.
Vi è anche una totale mancanza di rispondenza, nel “Rapporto Ambientale” finale di VAS e VincA, alle “osservazioni” già effettuate dalle Associazioni alle quali non si fa alcun cenno.
Oltre agli aspetti connessi alla procedura di VAS e VincA, il Piano Comunale della Costa del Comune di Brindisi, per come riportato all’attenzione degli Stockholders, presenta inadempienze di ottemperanza e prescrittive che, sommariamente, qui di seguito si riportano:
Con la DGC n. 234 del 03/07/2014 si “adotta” la proposta di PCC, pur in presenza di “Osser-vazioni” di Associazioni, Enti e Cittadini, non ancora esaminate e valutate nella loro essenzialità; infatti la Commissione, detta: “Struttura per la valutazione delle osservazioni al PCC” all’uopo incaricata, si insedia solo in data 9 settembre 2014 e quindi successivamente all’adozione del PCC. Quanta considerazione è stata data dal Comune agli interessi diffusi richiamati?
La Commissione riconosce, se pur parzialmente, di non aver attivato la procedura di “scoping” con le “Associazioni portatrici di interessi generali in materia ambientale, territoriale e turistica” come esplicitamente riportato nell’art. 2, comma 2, della LR 17/2006. La stessa Commissione riporta che avrà modo di compensare l’aspetto connesso allo “scoping”, nella procedura di VAS e VincA che si appresta ad attivare (quella finale). Anche per questa fase finale di approvazione del PCC, il Comune non ha attivato la procedura di “scoping”.
Nel PCC presentato, manca ogni riferimento alle “linee guida” per la progettazione degli inter-venti di protezione costiera delle aree che hanno arenili in erosione, come riportato nella LR 17/2006 (art. 3, comma 3); ciò non è stato fatto né nella fase iniziale di approvazione del PCC e né in questa fase finale della procedura. Non sono coerenti neppure le giustificazioni di “incompetenza” addotte dalla “Commissione preposta alla valutazione delle osservazioni”, in quanto il Comune di Brindisi ha già dimostrato di avere adeguate competenze in merito (vedi progettazione ed appalto sulle aree costiere a pericolosità geomorfologica).
Il PCC, pur riportando la rappresentazione della “dividente demaniale”, non allega una plani-metria costiera adeguata ed aggiornata anche all’erosione costiera; infatti, l’acquisizione, da parte del Comune di Brindisi della “dividente demaniale” è del 2011, così come riportato negli atti amministrativi e, considerata la continua evoluzione della linea di spiaggia, a causa dell’azione erosiva, oggi nel 2017 risulta ormai obsoleta.
Di positivo vi è che la Commissione ammette che il PCC va sviluppato sulle richiamate “aree del demanio marittimo”, anche se poi nella realtà, il Piano viene inopinatamente ampliato ad un “Territorio Costiero”, largo 300 m.
La Commissione riporta, nelle risposte alle “osservazioni” pervenute, che il PCC, per come redatto, risponde pienamente alla norma regionale dettata dal DSDP 405/2011; tale atto impone l’elaborazione di un PCC normalizzato e riportato nel SIT(Sistema Informativo Regionale) regionale. L’estensione ultronea a 300 m. del “territorio costiero” non è conforme alla norma e costituisce elemento di non coordinamento nel Sistema Informatico Regionale (SIT).
Nell’elenco regionale della documentazione da presentare (DSDP 405/2011) per il PCC non si fa alcun cenno al Piano Urbanistico Tematico Territoriale (PUTT), al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) ed agli strumenti urbanistici in vigore, altro che le estensioni proposte a 300 metri dalla linea di costa!
In definitiva, con la presente, si intende sottoporre all’attenzione di S.E. il Commissario Prefettizio del Comune di Brindisi che, anche per quanto riportato dalla R. P., il Piano Comunale Costiera va totalmente rivisto e ripresentato adeguandolo ai principi normativi della Regione Puglia, per come riportati dalla stessa e nelle “osservazioni” de quo.
Non vorremmo, infatti, che Le fosse prospettato di sottoscrivere la medesima vecchia proposta di “Piano”, riattivando soltanto la procedura di “avviso pubblico” connessa al solo “Rapporto Ambientale” finale, questa volta elaborato secondo i canoni previsti.
Il PCC rappresenta lo strumento necessario al rilancio del settore turistico della costa di Brindisi e come tale assorbirà totalmente l’impegno di Legambiente e delle altre Associazioni, in virtù dei richiamati interessi “diffusi” che non sono accreditabili ad altri soggetti”.