Nuovo processo per Bobo Aprile: i Cobas si indignano

bobo aprile

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota dei Cobas sulle vicende giudiziarie pendenti in capo al portavoce provinciale dei Cobas, Roberto Aprile.

“Il Sindacato Cobas denuncia l’accanimento giudiziario contro Roberto Aprile, portavoce provinciale Cobas, che questa volta sfiora il ridicolo se la cosa non fosse terribilmente vera.

Roberto Aprile si dovrà presentare in tribunale il 2 Maggio 2017 per rispondere del reato previsto dall’articolo 25 del regio decreto del 1931, più famoso come codice Rocco, che prevede di avvisare, in caso di processioni religiose, 3 giorni prima il Prefetto.

Il reato secondo le indagini della Digos e confermate dal magistrato sono avvenute il 30.6.2014 in concomitanza di un consiglio comunale a Brindisi.

Quel giorno in Comune si doveva votare il bilancio e si correva il rischio con le casse sempre più vuote di assistere al fallimento dello stesso comune, con gravi ripercussioni occupazionali.

Le cose andarono in questa maniera:

Livia Antonucci, ex consigliera comunale, organizza un sit-in sul problema della raccolta dei rifiuti urbani in città e lo comunica al Questore di Brindisi;

La Antonucci legge un comunicato del Cobas che promuove un sit-in nello stesso giorno e chiama Roberto Aprile per dirgli che non c’era nessun problema nel condividere gli spazi ed il tempo per realizzare le 2 proteste, visto che aveva già avvisato il Questore e che quindi non c’era bisogno di un altro avviso;

Roberto Aprile rimane tutta la mattina davanti al Comune condividendo appunto lo spazio con la iniziativa di Livia Antonucci;

I solerti funzionari della Digos invece di chiedere come stessero le cose, scattano foto da ogni angolo, da sotto e da sopra gli uffici del comune, ed affermano che il Cobas con Roberto Aprile ha occupato lo spazio riservato ad altri senza averne titolo;

Nel procedimento giudiziario invece non c’è traccia di una denuncia da parte dell’ex consigliera comunale…..perchè la cosa non è mai avvenuta.

Il Cobas non si meraviglia di tutto questo perché in Italia siamo di fronte ad una situazione dove ad esigenze di carattere sociale si risponde sempre più con la polizia.




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