BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Nersind Brindisi.
Non accettiamo le condizioni del nuovo contratto che ridicolizza gli operatori sanitari e ci porterà a manifestare il 23 febbraio a Roma.
L’appello alla partecipazione é rivolto agli infermieri della provincia di Brindisi in vista della grande manifestazione in programma nella Capitale.
Il Nursind sarà a Roma con una numerosa rappresentanza a manifestare contro un rinnovo del contratto che non soddisfa nessuno, scenderemo in piazza il 23 febbraio per gridare che siamo stanchi, stanchi di garantire una cosi accurata e specializzata assistenza senza un adeguato ritorno in termini di immagini e in termini economici.
Il disagio lavorativo che quotidianamente si vive in e palpabile.
Dopo nove anni di blocco dei contratti nessuno può liquidarci con un misero aumento e soprattutto se ciò non venga garantito dalla prossima legge finanziaria che il prossimo governo dovrà attuare.
Noi non vogliamo essere complici di questo sistema sanitario, di un sistema in cui le visite in intramoenia siano considerate l’unica soluzione per ridurre le liste di attesa, non saremo complici di chi per qualche voto o per un po’ di visibilità, svende la propria professione infangando l’intera categoria e soprattutto penalizzando e discriminando gli utenti che giornalmente si recano in tutte le strutture sanitarie per essere curati.
Si chiede che il Governo assuma le proprie responsabilità incrementando le risorse a disposizione per dare risposte concrete agli infermieri ed ai professionisti sanitari del comparto, per realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità: è necessario finanziare , come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.
Si chiedono direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del CCNL 1999. Non è più accettabile, solo per citare un esempio, che ad un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità risibile, poco più di 2 euro all’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino.
Si chiedono direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici .
Si chiedono direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento ;
Si chiedono direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzionidel personale a vario titolo assente.
Si chiedono direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’ARAN, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino.
Si chiede l’impegno del Governo, ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.
Si chiede l’immediata creazione, per il personale infermieristico e sanitario “della distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo- allo stato-le condizioni previste dal legislatore“.
Si chiedono idonee direttive ed azioni concrete volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali ed uniformi per la determinazione, in ogni azienda, e per ogni servizio delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto.