Omicidi Cairo e Spada: emergono nuovi particolari dopo l’arresto di due fratelli

Emergono nuovi particolari dopo l’arresto dei fratelli brindisini Cosimo ed Enrico Morleo, accusati di essere rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’ omicidio dei due imprenditori Salvatore Cairo e Sergio Spada. Cairo fu ucciso la mattina del 6 maggio 2000: sarebbe dovuto andare a Lecce per lavoro, ma non ci arrivò mai, nè fece rientro a casa. La sua auto fu trovata alcuni giorni dopo, ma non il suo corpo. Grazie alle dichiarazioni del pentito Massimiliano Morleo, fratello dei due arrestati, e grazie ad un testimone oculare, gli agenti della Squadra Mobile di Brindisi, diretti dalla dr.ssa Rita Sverdigliozzi, sono risaliti al luogo in cui Cairo fu accoltellato, fatto a pezzi e poi bruciato: un immobile in contrada S. Lucia, sequestrato lo scorso 22 gennaio. E’ qui che Enrico Morleo lo avrebbe ucciso a coltellate e poi fatto a pezzi con una motosega, prima di dargli fuoco. Una scena di cui fu testimone inconsapevole un ragazzo, all’epoca dei fatti diciottenne, che solo oggi, sollecitato dalla moglie, ha deciso di raccontare tutta la verità. All’epoca era stato minacciato di morte. Un anno dopo la morte di Cairo, la notte tra il 19 ed il 20 novembre 2001, Enrico Morleo avrebbe ucciso anche Sergio Spada, con un colpo di pistola alla nuca, in un’area di servizio. Secondo le indagini, coordinate dalla Dda di Lecce, entrambi furono assassinati per motivi economici: perché, cioè, avevano osato contrapporsi al monopolio economico della famiglia Morleo. Fondamentali per gli inquirenti sono state anche le intercettazioni delle conversazioni di uno dei due arrestati che rappresentava alla moglie il timore di passare in cella il resto della sua vita. I fratelli Morleo devono rispondere di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso.

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