Omicidio Stasi, il legale del 18enne indagato: “Fare subito perizia su pistola”. Al vaglio chat tra mamma e figlio

“Chiedo al pubblico ministero Giuseppe De Nozza di procedere celermente con l’esame balistico sulla pistola a gas sequestrata in casa del mio assistito”. L’avvocato Leonardo Andriulo, difensore del 18enne indagato – in concorso con un altro ragazzo – per l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, ucciso con due colpi di pistola il 9 novembre scorso a Francavilla Fontana, commenta l’esito del Riesame che ha rigettato la sua richiesta di dissequestro dell’arma e dei quasi 10mila euro trovati in casa dell’indagato. Sull’arma, in particolare, il legale insiste che si proceda nel più breve tempo possibile con l’incidente probatorio, perché certo di poter dimostrare l’estraneità ai fatti del suo assistito, sul quale gravano le ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quel tesoretto trovato nel cassetto della sua cameretta sarebbe, infatti – questa è l’ipotesi investigativa – frutto dell’attività di spaccio. Paolo Stasi – secondo gli inquirenti – sapeva perfettamente che quel suo amico, l’unico che frequentava la sua casa, fosse uno spacciatore. Non è stata invece ritenuta credibile la tesi della difesa sui risparmi accumulati lavorando per conto dell’impresa dello zio e sulle somme ricevute in regalo per il 18esimo compleanno. Intanto, risulta altamente probabile che a portare gli inquirenti sulla pista del ragazzo indagato sarebbe stata la madre della vittima, come dimostra l’ormai famoso commento, poco dopo l’omicidio, che la donna scrisse sotto ad una sua foto su facebook, in cui lo definiva ‘feccia umana’. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche le chat tra Paolo e la madre nei due mesi antecedenti al giorno del delitto e che sarebbero molto significative. Il legale del 18enne indagato non esclude colpi di scena e clamorosi capovolgimenti di fronte.

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