«La Cenerentola» di Rossini protagonista al Teatro Verdi di Brindisi martedì 15 maggio, con sipario alle ore 20.30, nel 150° anniversario della morte del grande compositore pesarese. Lo spettacolo chiude la minirassegna lirica «Opera in Puglia» diretta da Giandomenico Vaccari.
BRINDISI – «La Cenerentola», opera che Gioachino Rossini scrisse in sole tre settimane, approda sul palcoscenico del Teatro Verdi di Brindisi, martedì 15 maggio (ore 20.30), nel bicentenario dalla prima rappresentazione, avvenuta al Teatro Valle di Roma nel gennaio del 1817. Lo spettacolo chiude la ministagione lirica «Opera in Puglia».
Posti ancora disponibili: biglietteria del Teatro Verdi aperta lunedì, mercoledì e venerdì ore 11-13; martedì e giovedì ore 17-19. Info 0831 562554. Lo spettacolo sarà preceduto da una guida all’opera, a cura del docente Corrado De Bernart e del direttore artistico della rassegna Giandomenico Vaccari, che si svolgerà sabato 12 maggio alle ore 18.30 nella sala conferenze del Complesso ex Scuole Pie a Brindisi(via Tarantini, 35).
Come suggerisce il titolo, il soggetto è tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, mentre per le musiche Rossini, come aveva già fatto altre volte, usò la tecnica dell’autoimprestito, attingendo ad alcuni brani di opere composte in precedenza: il rondò di Angelina è tratto dall’aria del conte di Almaviva del Barbiere «Cessa di più resistere» e la sinfonia è tratta da quella della «Gazzetta». Per quanto il soggetto venga dalla favola, l’elemento magico è eliminato: Angelina-Cenerentola è solo una ragazza umiliata e sfruttatissima, con sogni che non una fatina bensì l’intuizione di un saggio farà avverare.
Mancavano due giorni al Natale 1816, e Rossini si trovava in grande difficoltà perché la censura pontificia gli aveva bocciato un soggetto destinato al carnevale del Teatro Valle di Roma. Il compositore pesarese si ritrova così a scegliere in gran fretta, insieme al suo librettista Jacopo Ferretti, un nuovo tema per la sua opera. Pensano così alla Cenerentola di Perrault. Ferretti ricostruisce la circostanza nelle sue memorie: «Stanco e mezzo cascante dal sonno sillabai in mezzo ad uno sbadiglio Cendrillon (Il titolo originale della fiaba di Perrault). Rossini, che per esser meglio concentrato si era posto a letto, alzandosi improvvisamente mi disse: avresti tu cuore di scrivermi Cendrillon? Ed io a lui di rimando: e tu di metterla in musica?».
I due si buttano così a capofitto nel lavoro e decidono di adattare il racconto smussando ogni riferimento magico e fiabesco: perché il meraviglioso non entusiasmava il pubblico romano dell’epoca o perché Rossini non se ne sentiva particolarmente attratto. Così, nel libretto non compare il personaggio della fata madrina, né l’incantesimo che trasformava gli stracci della ragazza in un bellissimo abito da sera. Soprattutto non si assiste alla famosa promessa che mette Cenerentola in fuga al suono della mezzanotte. Nell’opera compare un personaggio nuovo, Alidoro, precettore del principe: sarà lui a portare Cenerentola al ballo (la zucca che si trasforma in carrozza era oggettivamente impossibile da realizzare). Infine, non c’è traccia della scarpetta di cristallo persa sulla scale del palazzo, sostituita da uno “smaniglio”, un braccialetto che Cenerentola affida al Principe per essere ritrovata: la prova della scarpetta venne censurata perché era considerato sconveniente per una donna mostrare la caviglia in pubblico. Nasce così «La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo», dramma giocoso in due atti.
Un’opera buffa in equilibrio tra realtà e favola, una commedia sentimentale intrisa di elementi farseschi e grotteschi, in cui emerge l’inadeguatezza dell’uomo di fronte agli accadimenti, e che trova piena espressione musicale in quei concertati definiti “dinamici”: l’opera gioca sui contrasti e gli equivoci, sull’alternanza tra chi si traveste e chi rimane se stesso.
Regia e costumi dell’opera sono di Paolo Panizza. Direttore della Oles – Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento – il catanese Salvatore Percacciolo. Scene di Franco Armieri. Tra gli interpreti dell’allestimento spiccano il mezzosoprano rughese Daniela Pini, nel ruolo della protagonista Angelina, il basso-baritono Salvatore Salvaggio in quello di Don Magnifico, il tenore Manuel Amati (Don Ramiro) e il baritono Michele Govi (Dandini).
Prezzi:
Primo settore: € 25,00
Secondo settore: € 22,00
Galleria: € 18,00
Ridotto associazioni con minimo 15 persone (secondo settore e galleria): € 15,00
Ridotto under 25 (secondo settore e galleria): € 10,00
Foto di Daniela Pini ©Elise Bakketun Photography
Si comincia alle ore 20.30
Durata dello spettacolo: due ore e 45 minuti più un intervallo
Biglietteria online https://goo.gl/4kW8p6
Info (0831) 562554 – 229230 – www.nuovoteatroverdi.com