Sei persone sono finite in manette ad Ostuni – 5 in carcere, uno ai domiciliari – con le accuse di spaccio di droga e di estorsione, nell’ambito dell’operazione denominata “Rosy Abate”. Era questo lo pseudonimo che la 48enne Maria Moro, tra le figure di maggior rilievo del sodalizio, utilizzava, facendo chiaro riferimento al nome della protagonista dell’omonima fiction. Gli arresti sono stati eseguiti dagli uomini della Squadra Mobile di Brindisi e del Commissariato di Ostuni.
L’attività di indagine ha consentito di smantellare un gruppo criminale di notevole spessore delinquenziale che spacciava cocaina ed eroina e minacciava i debitori di privarli delle autovetture o di incendiarle. In alcuni casi, invece, passava alle vie di fatto, con vere e proprie aggressioni fisiche. Il traffico di droga riguardava le città di Ostuni e Ceglie Messapica, ma spesso il gruppo sarebbe stato in grado di
avere rapporti con fornitori di altre regioni: in due erano stati infatti già arrestati in flagranza, mentre facevano ritorno dalla Campania con un consistente quantitativo di
cocaina. La rete, molto ben strutturata ed organizzata, aveva a capo una coppia di pregiudicati di Ostuni che aveva attivato una serie di collaborazioni sul territorio. Si tratta del 50enne Donato Greco che, nonostante durante l’attività investigativa fosse in carcere, impartiva direttive alla compagna, Maria Moro, su come condurre il traffico illecito, sui fornitori a cui rivolgersi, sulle azioni intimidatorie-estorsive da porre in essere e sui soggetti da interessare a tal fine. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dal gip di Brindisi su richiesta della procura della Repubblica. L’operazione e’ stata eseguita anche con l’ausilio di un elicottero e di unità cinofile.