Un flusso ininterrotto di musica che scorre sulle corde dell’emozione. Si presenta così «Euphonia», il concerto di Eugenio Finardi in arrivo a Ostuni a Palazzo Roma venerdì 12 novembre, con inizio alle ore 20.30. Al fianco del più poliedrico dei cantautori, due grandi musicisti pugliesi come Raffaele Casarano (sassofoni) e Mirko Signorile (pianoforte), per una serata di grande atmosfera e intensità emotiva. Il costo del biglietto è di 30 euro, ridotto bambini 4-12 anni, 12 euro. I ticket sono disponibili presso la reception di Palazzo Roma durante gli orari di apertura e online su www.apuliaticket.it/palazzoroma. L’ingresso è consentito solo con green pass.
Il ritorno sul palcoscenico è come chiudere un cerchio che gira attorno alla musica dopo il silenzio che ha dominato la scena per venti mesi: in un’ora e mezza di musica senza pause, di chiamata all’arte, i tre artisti viaggeranno tra i pezzi storici di Finardi, interpretati in versione unplugged, tra suoni soft e ricercati, con un omaggio a Ivano Fossati («Una notte in Italia») e Franco Battiato («Oceano di silenzio»). Il progetto è frutto dell’intesa con due straordinari musicisti. Mirko Signorile unisce le traiettorie del suo pianoforte a quelle del sax di Raffaele Casarano, creando congiunzioni sorprendenti. Il flusso di musica corre verso il pubblico seguendo i classici del repertorio di Finardi, come «Voglio», «Soweto», «Dolce Italia», «Vil Coyote», «Extraterrestre», «Un uomo», «La Radio», «Un amore diverso», a mano a mano liberandosi in emozioni sull’onda di un’intensa esperienza collettiva.
Riprendere in Puglia, a Ostuni, è un’occasione densa di significati, anche personali, del cantante, rimasto sincero in modo disarmante, onesto e consapevole, con l’idea costante di cambiare il mondo. Un vero esploratore di tutti i generi. «I miei legami con la Puglia – ha detto Eugenio Finardi – risalgono alla mia infanzia. Mio zio Giulio, violinista, si era trasferito a Ostuni, e lo ricordo suonare su questa terrazza bianca, davanti al mare. Sono sempre rimasto colpito dalla bellezza e varietà dei paesaggi della Puglia, ma un tratto che la rende per me unica è il cielo, la luce. La Puglia, la sua gente, il suo calore, il suo profumo, la pietra bionda e il blu quasi viola del suo cielo al tramonto sono parte integrante di questo flusso che vogliamo creare. Sogno un progetto circondato dalla campagna, con musicisti, tecnici e maestranze pugliesi. L’intento è di produrre un disco di rilevanza nazionale e oltre, raffinato e coinvolgente, che esprima al massimo l’estro dei due musicisti».
«Euphonia» accorcia la distanza tra le canzoni, le fonde creando un flusso continuo che le sottrae alla loro veste tradizionale. Un “progetto sognante” che Finardi ha potuto mettere a punto grazie al linguaggio jazz ed espressivo di Casarano e Signorile, incontrati sopra uno dei tanti palcoscenici condivisi. «Vinicius de Moraes dice che la vita è l’arte dell’incontro – ha continuato il cantautore – e per i musicisti questo è ancora più vero perché la musica è un linguaggio universale che non necessita di traduzioni ma di cui ognuno ha un proprio personalissimo dialetto. Ecco, quando Raffaele Casarano, Mirko Signorile e io ci incontriamo attorno a un pianoforte si crea un lessico particolarissimo e intrigante. Mi resi conto fin dalla prima sessione di prove che quest’intesa aveva un che di magico e decisi di riproporla nel tempio milanese del jazz, il leggendario Blue Note».
Il progetto parte infatti da lontano, da un concerto che i tre protagonisti tennero a Brindisi alla fine del 2019, qualche mese prima della lunga parentesi del lockdown. «Quella sera – racconta Eugenio Finardi – l’acustica era così buona che d’impulso decisi di registrare lo spettacolo con il cellulare appoggiato sul mio leggio. Tornato a casa, tagliai tutte le parti parlate dello spettacolo e quel flusso di canzoni divenne la colonna sonora di un periodo di silenzio, studio e riflessione. Così nacque l’idea di creare una suite che sviluppasse al massimo il flusso per toccare le corde di emozioni profonde. Sarà un concerto unico nel quale proveremo a sperimentare e improvvisare secondo l’emozione che sentiremo arrivare dal pubblico».