Patroni Griffi annuncia un possibile investimento di una grossa multinazionale e aggiunge: “Brindisi al centro della Via della Seta attraverso il Corridoio 8”.

BRINDISI – Il Presidente dell’Autorità di Sistema del Mare Adriatico Meridionale è un vulcano d’idee: la volta scorsa lanciò la proposta di fare del porto di Brindisi un hub per il bunkeraggio delle navi a gas, mentre questa volta ha sparato ancora più in alto. Patroni Griffi ha infatti confessato che i dirigenti dell’Authority brindisina, in un incontro avuto a Roma con i rappresentanti di una grossa multinazionale interessata ad investire a Benevento perché convinti che quell’area sarà ricompresa nella Zes campana, avrebbero strappato il consenso degli stessi rispetto alla possibilità di fare del porto di Brindisi il loro punto di riferimento per i viaggi verso la Turchia e quindi l’Asia.

Ciò rientrerebbe in un discorso più ampio, che vedrebbe l’Adsp pugliese stringere un legame con quella di Napoli/Salerno: la ratio è da ricercare nella volontà di ripristinare di fatto il vecchio Corridoio 8, che con il collegamento dell’Alta Velocità Napoli – Bari, il collegamento di Costa Morena alla Rete ferroviaria italiana e con le opere d’infrastrutturazione che stanno interessando i balcani, è tornato d’attualità. Ed al termine di tale Corridoio si trova Burgas, città bulgara il cui porto, anche grazie alla costituzione – manco a farlo a posta – di una Zes, è oramai diventato una delle principali porte europee per il traffico dalla Cina. L’idea di Patroni Griffi è allora quella di stringere stretti rapporti con il porto bulgaro in modo tale che anche Brindisi possa trovarsi al centro della Via della Seta, la quale prevede un itinerario di collegamento tra la Cina e l’Europa che attraversa i porti di Burgas, Durazzo e Napoli, auspicabilmente passando anche da Brindisi.

Tutto ciò, non è legato necessariamente al riconoscimento di Brindisi come Zes, ma certamente, se questo dovesse giungere in tempi brevi, agevolerebbe di molto le cose. Tuttavia, Patroni Griffi ha sottolineato come, nelle more dell’adozione dei criteri attuativi e dell’individuazione delle Zes, il porto di Brindisi potrebbe godere di un’esenzione doganale anche attraverso l’istituzione di una zona franca non interclusa, la quale permetterebbe di incominciare a portare avanti i discorsi innanzi esplicitati. Pensate che, dopo appena un giorno dalla istituzione  del Porto Franco di Trieste, si sono registrati 20 mln di investimenti. Questo per dire che tali strumenti, se maneggiati con cura, possono risultare moltiplicatori economici non indifferenti, tanto da apportare incrementi del Pil sui territori interessati che vanno dal 4,8% all’8,9%.

Il Presidente dell’Adsp ha poi annunciato che stringerà un rapporto di collaborazione con Invitalia, in modo da ricevere consulenze rispetto alla redazione del Piano portuale di sistema ed all’attrazione di investimenti attraverso partenariati tra il pubblico ed il privato.

Insomma, Patroni Griffi continua a dimostrare di credere fortemente nelle potenzialità della città di Brindisi e non ha nascosto di aver riscontrato nel capoluogo messapico un interessamento massiccio dei vari settori della vita cittadina, anche maggiore – nel caso della vicenda inerente le Zes – rispetto a quello garantito da politici ed enti baresi. Il Presidente dell’Authority, a testimonianza dell’apprezzamento per il lavoro svolto dagli attori locali, si è detto sinceramente impressionato dai progetti presentati dall’Asi. E a tal proposito va registrata l’affermazione del Presidente Mimmo Bianco, il quale ha affermato che entro settembre il tavolo interministeriale romano sceglierà quali degli 8 progetti da 120 mln complessivi saranno scelti; a suo dire, quelli che avrebbero suscitato maggiore interesse nel Ministro De Vincenti sarebbero quelli legati alle bonifiche ed al Brindisi Park, che prevede la condivisione delle utilies da parte delle imprese insistenti sull’area industriale brindisina.

Che sia l’inizio di un risveglio per questa terra dimenticata da tutti?

Andrea Pezzuto
Redazione
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