In ogni comune che ho visitato ho raccolto, purtroppo, una serie di lamentele su problematiche ambientali. A Casamassima impianti di depurazione sottodimensionati che scaricano in falda, e con l’unico rimedio proposto dall’attuale amministrazione di scaricare nella storica lama adiacente. A Gioia del Colle inceneritori di nuova generazione che non rispettano le norme, la distanza dalle abitazioni, e sono autorizzati a trattare oltre ai rifiuti urbani i rifiuti speciali: insomma progettati per il business dei rifiuti, per farli arrivare da altre regioni, contamineranno l’aria con emissioni di anidride carbonica, biossido di azoto ecc.  Per non parlare, purtroppo, di Brindisi, dove fra le antiche mura Messapiche, le torri Angioine, il Castello Normanno, persiste la vecchia brutta storia delle ceneri della centrale a carbone, finite nei cementifici come additivante, o sparse sui campi di carciofi o di angurie. Questa magnifica città è da anni sotto il dominio di politiche sbagliate, di investimenti in grandi opere industriali che non hanno portato occupazione ai brindisini ma solo danni alla loro salute. Il suolo è inquinato e impoverito, la “vocazione turistica” è deceduta, la città è sepolta sotto una coltre di particolato, e poi ci sono i fanghi tossici del petrolchimico a Micorosa. A Modugno c’è l’inceneritore che brucia di tutto, ci sono state smaltite le mucche pazze di tutta Italia. Risanare è possibile, recuperare, bonificare, riconvertire, bisogna solo volerlo.




La Comunità Europea consiglia di adottare una strategia di Economia Circolare capace di rigenerarsi da sola, in cui il rifiuto è ridotto al minimo e l’eco-innovazione migliora i processi produttivi in modo sostenibile, valutando i punti critici e risanando dove è necessario. L’Economia Circolare è inserita nel programma più ampio della Greeneconomy, uno dei 20 punti del programma del nostro movimento, in cui proponiamo 50 miliardi di investimenti nei settori strategici, come ad esempio la bonifica del territorio, la gestione integrata dei rifiuti con la raccolta differenziata, il riciclo, l’eco-design, l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica. Tutto questo porterebbe alla creazione di 200mila posti di lavoro nell’economia del riciclo, 17mila nuovi posti per ogni miliardo di euro investito in energia rinnovabile. Un altro punto del nostro programma  preme sull’uscita dal consumo di combustibili fossili nel 2050, è impellente quindi la necessità di adottare dei piani decennali per effettuare la riconversione delle centrali al carbone e a petrolio, salvaguardando l’occupazione in primis, restituendo al territorio la sua bellezza, una sana economia fatta di turismo sostenibile, prodotti tipici agroalimentari, e piccole e medie imprese che conservano la tradizione e la storia della nostra terra. Il fine ultimo è migliorare la qualità della vita dei cittadini, restituire dignità all’individuo con un lavoro che non nuoccia alla sua salute, e permettere a molti giovani di costruire il proprio futuro qui, dove sono nati.

Patty L’Abbate, Candidata al Senato Puglia 4 (Monopoli-Brindisi), si occupa di economia ambientale, eco-innovazione, economia ambientale e appartiene alla società internazionale degli economisti ecologici. E’ anche una divulgatrice scientifica e blogger.

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