Oggi, domenica 10 febbraio, ricorre il “ giorno del ricordo “, in onore delle povere vittime istriane e dalmate barbaramente trucidate e gettate nelle foibe dalla barbara soldataglia comunista di Tito.Fino a metà degli anni novanta, la strage, stimata in circa diecimila giustiziati, e la diaspora di duecentocinquantamila disgraziati, veniva poco ricordata. E il giorno del ricordo nacque solo nel 2005. Errore assoluto e vile, perché i morti martirizzati dalla bestiale violenza degli uomini non possono avere colori politici, sono tutti uguali di fronte al rimorso e alle responsabilità degli empi e dei loro simpatizzanti, come di fronte alla pietà e al dolore dei giusti.
Sui social, già da un paio di giorni, compaiono scritte di stile ultrà, quasi degli slogan polemici contro una parte avversa che ha ricordato i milioni di caduti dell’infame olocausto. “ Onore agli italiani assassinati dai comunisti di Tito! “, si legge in qualche post. Certo, dico io, ci mancherebbe! Ma non cadiamo nell’errore di strumentalizzare queste tragedie, questo non è un gioco di provocazioni, per altro sterili, lasciamo fuori la politica e uniamoci nel raccoglimento e, per chi è credente, nella preghiera, celebrando il giorno del ricordo di tutte le vittime innocenti dell’orrore. L’odio e il rancore provocano solo danni.
E’ invece necessario unirsi contro la malvagità ottusa e la follia delle pulizie etniche di ogni tipo. Sarà poi bene non dimenticare che ci sono state altri genocidi, altre carneficine, per le quali non mi pare che le istituzioni internazionali abbiano individuato con precisione un giorno dedicato. Il genocidio ad opera della cattolicissima Spagna ai danni dei nativi del Centro ce del Sud America ha provocato più morti che l’olocausto. Negli stati sudisti del Nord America, in Africa e durante le deportazioni a mezzo nave, perirono atrocemente milioni di schiavi di colore. E voglio ricordare che fu papa Niccolò IV, con un’apposita bolla, ad autorizzare le prime catture di schiavi africani, perché quei “ selvaggi “ erano considerate bestie in quanto pagani e quindi nemici di Cristo. Altri Pontefici in seguito, confermarono questa abominevole tesi.
La storia non fa sconti e ci ricorda il barbaro sterminio di intere tribù congolesi ( si parla di dieci milioni di vittime ) da parte dell’esercito e dei collaborazionisti del “ civilissimo Belgio “ negli anni che vanno dal 1980 al 1904, sotto il regno di uno dei monarchi più corrotti e criminali di sempre, Leopoldo II. Queste martoriate popolazioni non meritano rispetto e ricordo? E nemmeno il milione e mezzo di armeni eliminati con ferocia dagli ottomani negli anni 1915-16?
Non dimentichiamo queste vergogne che marchiano a fuoco la cosiddetta civiltà, denunciamo gli orrori che la storia ha accertato, perché la loro memoria rimanga viva tra noi, a perenne monito per tutti gli uomini di questa terra.
Bastiancontrario