Le piccole e medie imprese brindisine vivono un momento di grande difficoltà.

Ai disagi dovuti alla contrazione dei consumi, alla crisi dell’edilizia, alla riduzione delle commesse dei grandi gruppi industriali presenti sul territorio rischia di aggiungersi una pressione fiscale, anche a livello locale, che rischia di strozzare ogni attività produttiva.

Intendiamo riferirci, in particolare, alla Tassa sulla Raccolta dei Rifiuti (TARI) che sono chiamate a corrispondere le imprese localizzate nella zona industriale per un servizio che non viene reso e che costringe le imprese a rivolgersi ad aziende private per effettuare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti.

Abbiamo appreso con soddisfazione la decisione assunta dal Commissario Prefettizio del Comune, Dottor Santi GIUFFRE’, su sollecitazione del Consorzio ASI, di Assindustria e di CNA, di confermare la tariffa ridotta per le attività produttive insediate nell’area industriale, come del resto previsto dall’articolo 1, comma 657, della Legge n. 147/2013.

E’ rimasto tutt’ora irrisolto, invece, il problema della TARI da corrispondere sulle aree scoperte per la quale le aziende si sono viste recapitare dalla società incaricata del servizio di riscossione del tributo cartelle esattoriali per decine di migliaia di Euro.

L’obbligo di corrispondere l’imposta è previsto dall’articolo 18 del Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con Delibera n. 50 del 03/09/2014 per le aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani ed assimilati.

Sono escluse dall’obbligo di corrispondere il tributo le aree di accesso, manovra e movimentazione dei mezzi; quelle destinate in via esclusiva al transito o alla sosta gratuita dei veicoli (parcheggi) e quelle in cui si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali non assimilabili agli urbani.

Non vi è chi non veda che la maggior parte delle aree scoperte a servizio delle aziende localizzate nella zona industriale rispondano alle caratteristiche innanzi dette.

Tale situazione, però, andava opportunamente evidenziata in una dichiarazione di variazione.

Orbene, la maggior parte delle aziende non vi hanno provveduto.

La società incaricata della riscossione della TARI, pertanto, basandosi esclusivamente sulle aerofotogrammetrie in suo possesso, ha emesso una mitragliata di cartelle esattoriali per decine di migliaia di Euro che rischiano di mettere definitivamente in ginocchio le imprese brindisine.

A questa situazione va posto immediato rimedio.

Le aziende non possono più essere considerate un “pollo da spennare”, facendogli pagare fino all’inverosimile una omissione dovuta semplicemente alla scarsa diffusione che normalmente si da Regolamenti che disciplinano le imposte comunali.

In questa direzione il PRI aveva promosso la Costituzione di un apposito Comitato con la funzione di proporre al Commissario Prefettizio l’adozione di una delibera interpretativa capace di far superare questa fase di estrema criticità.

Tanto più che nella relazione introduttiva alla Delibera del Consiglio Comunale  n. 50 del 2014 innanzi citata si faceva espresso riferimento alla possibilità che il Regolamento subisse delle modifiche e/o integrazioni in base alle novità o alle interpretazioni delle disposizioni normative in materia.

Non resta che augurarsi che si proceda in questa direzione magari con il conforto dell’ASI, dell’Assindustria e della CNA come fatto in precedenza per l’entità del tributo da corrispondere.

 Il Responsabile Piccole e Medie Imprese PRI

                                                                                                                                   (Diego PERRONE)

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