Siamo ad un bivio rispetto alla crisi che attanaglia il territorio Brindisino. Da un lato le infinite vertenze in tutti i settori economici, dall’altro la possibilità di intercettare una massa di risorse enormi, rivenienti dal PNRR, per rimettere in piedi comparti economici in difficoltà che con la loro ripartenza avrebbero a cascata effetti benefici su tutti gli altri.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), infatti, rappresenta il più grande progetto di investimenti dai tempi del Piano Marshall. Nell’insieme circa 230 miliardi di euro erogati dall’Europa e in parte dallo Stato per rilanciare l’economia del Paese. Ma, a parte alcune linee guida e tabelle presenti, a chi realmente andranno le risorse ed i criteri di distribuzione ancora non è dato sapere.
Allora è il momento che tutti gli stakeholder presenti sul territorio si mobilitino per chiedere al Governo una inversione di rotta per determinare un percorso di partecipazione e trasparenza sulla ripartizione territoriale delle risorse per investimenti, ovvero per essere informati sull’effettiva ricaduta degli interventi sul nostro territorio.
Transizione ecologica, Zona Franca doganale sono alcune delle leve importanti su cui si può aprire la «partita» di un nuovo sviluppo per Brindisi. Ma è una sfida che può essere colta e capitalizzata solo se c’è una vision chiara di un futuro del territorio, se ci sono i progetti e il territorio riesce a «fare sistema».
Come Cgil e come sindacati confederali abbiamo ampiamente esposto in questi mesi le nostre idee ed i nostri progetti per il rilancio di questo territorio. Siamo per un «Green New Deal» tout court, che non sia solo sostenibile da un punto di vista ambientale ma anche e soprattutto sociale. Vogliamo che le ricadute del «phase out» dal carbone non si ripercuotano sulle spalle dei lavoratori e che questo momento sia l’occasione di una rivitalizzazione dei vari tessuti produttivi, a partire dall’industria. Vogliamo chiudere con la fase degli insediamenti altamente impattanti sul territorio e del ricatto occupazionale promuovendo una industria attenta alla salute dei cittadini.
E’ ora di scrivere il futuro del territorio in una chiave di sostenibilità che tenga insieme le varie esigenze ma con l’obiettivo di non cadere negli errori del passato. Per evitare che ingenti investimenti possibili possano essere «sprecati» in progetti dal fiato corto o che generino, come in passato, una disoccupazione di ritorno che oggi soffriamo e che soffriremo ancora nei prossimi tempi.
E’ ora di capire cosa intenda «fare da grande» anche la politica che deve spiegarci perché Brindisi, che ne ha pieno diritto, resta ancora esclusa dai benefici del Just Transition Fund, che andrebbe rimodulato comprendendo anche il nostro territorio. La politica deve pretendere ai tavoli nazionali l’attenzione e le risorse di cui questo territorio ha bisogno. E il governo quali intenzioni ha per ridurre il gap nel Paese date le enormi potenzialità del territorio: porto, aeroporto, trasporti (alta velocità ed alta capacità) che cosa si intende fare?
E’ quindi ora di richiamare anche i grandi player presenti sul territorio a quella «svolta verde» che apra a nuove tecnologie come quella della produzione di idrogeno verde e la chimica verde, collegando a tutto ciò un importante investimento sulla ricerca. E’ ora di recuperare i ritardi sulle bonifiche delle aree inquinate. E’ ora di lavorare su porto ed aeroporto a maggior ragione ora che le due strutture sono in perfetta simbiosi con l’innalzamento del cono di atterraggio. E’ ora di lavorare anche su settori come la Sanità che va potenziata anche in considerazione degli effetti nefasti prodotti dalla pandemia; investire nel settore agricolo, nel turismo; così come è necessario il potenziamento dell’Università e del settore primario. Perché a Brindisi si possa ritornare a costruire un futuro anche per i nostri figli che non devono avere, come unica alternativa per vivere, quella di prendere in mano una valigia.
Come Cgil crediamo che i tempi siano ormai maturi per passare all’azione mettendo in campo i progetti e al più presto una strategia complessiva per ridisegnare il futuro e dare slancio ad un territorio dalle grandi potenzialità ed in cui il «capitale umano» non manca. Chiediamo che in questa fase il presidente della Provincia di Brindisi di concerto con la Prefettura convochi tutti i sindaci e tutti i portatori di interessi del territorio, in primis le parti sociali, per parlare di sviluppo del territorio e green economy istituendo una apposita cabina di regia per costruire una piattaforma territoriale sullo sviluppo e per monitorare/verificare quali investimenti interesseranno Brindisi.
Antonio Macchia
Segretario Generale