“POLITICALLY SCORRECT”- LA LISTA DEL “VISCONTI” E L’ITALICA IPOCRISIA – di Gabriele D’Amelj Melodia

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I fatti sono noti: Al liceo “Visconti” di Roma qualche figlio di papà, in un mix di grullaggine adolescenziale e spacconeria machista, ha affisso sulla porta di un’aula una lista di “prede” femminili, con tanto di nomi delle conquistate, dei conquistatori e della tipologia di prestazioni (baci, petting, altro…). Una ragazzata inopportuna e di cattivo gusto da gestire, da parte del Capo di Istituto e degli Organi collegiali scolastici, con adozioni di provvedimenti commisurati all’effettiva gravità dell’infrazione. Ma siccome ormai ogni cosa che accade intorno a noi viene amplificata, deformata e diffusa dalla cassa di risonanza dell’info selvaggia e degli invasivissimi social, anche questo è diventato uno di quei “casi pietosi” da sbandierare per giorni nei programmi pomeridiani e nei talk serali delle TV, nei social e sulle pagine dei giornali. È scattata subito la caccia ai mostri, la superciliosa censura delle femministe e l’ipocrita condanna di attempati intellettuali che pare abbiano dimenticato le cavolate dei loro diciott’anni. Intanto c’è almeno una triade di premesse da fare: Primo, il problema avrebbe i crismi della gravità solo nel caso siano accertati rapporti tra maggiorenni e minorenni. L’occasione è propizia per chiederci se non sia il caso di abbassare la soglia per il riconoscimento della maggiore età, come è già avvenuto da un pezzo in altri Stati. Diciassette anni sono più che sufficienti per guidare, votare e scopare. Secondo, non siamo più negli anni ’60, quelli del processo per gli scandalosi testi della “Zanzara” stampata nel Liceo “Parini” di Milano. Terzo, non dimentichiamo che esiste  una lunga tradizione di vanterie maschili sull’arte del sedurre fanciulle, dame e damazze. A cominciare dal Don Giovanni (non solo quello mozartiano che ostenta un catalogo di 2065 conquiste, ma anche quello di Molière, Byron e Brancati), proseguendo per il grande seduttore Giacomo Casanova, accreditato di centoventi trofei femminei, poi per il fascinoso Ugo Foscolo e l’assai poco attraente Gabriele D’Annunzio, e ancora per i Fonzie nostrani che rispondono al nome di Bobo Vieri, Franco Califano, Vittorio Sgarbi e tanti altri. Per costoro, con l’eccezione del non giustificabile assassino e serial-sessuomane don Giovanni, c’è sempre stato un atteggiamento di comprensione, di latente ammirazione. Nel caso degli studentelli romani, no: pollice verso e massima severità, anche se è già venuto fuori che molte di quelle notizie erano farlocche, in quanto solo sbruffonaggini frutto di fantasticherie. A questo punto, se le ragazze fossero state dotate di spirito, diciamo alla Selvaggia Lucarelli, avrebbero replicato affiggendo a loro volta liste di sbeffeggio nelle quali additare al pubblico ludibrio le panzane e le eventuali defaillance di questi seducenti sciupafemmine (“Pierludovico è imbranato e non sa baciare”, “Gianmaria ce l’ha piccolo come quello del mio fratellino di nove anni”), eccetera, non mancando di ricordare a tutti i benpensanti che, sin dalla notte dei tempi, è la donna che  comanda il gioco d’amore e quindi “decide” di essere conquistata! Ma cosa hanno imparato sull’emancipazione femminile queste studentesse che frignano vergognandosi di avere una vita sessuale… Ci mancherebbe! E la parità dei sessi? E il concetto che non esistono più donne “facili” ma solo donne “libere”? Ma siamo in una novella verghiana o in pieno 2024? Tornando al clima di generale severità e riprovazione per questo episodio tutto sommato modesto, c’è da osservare come due dei mali storici del nostro vivere sociale sono senza dubbio l’ipocrisia e la disonestà intellettuale piccolo borghese. Sempre indulgenti con i forti, i famosi (anche quelli che non sono sull’isola) e sempre pronti a condannare i deboli, in questo caso i giovani studenti che, o ricchi e viziati come quelli del “Visconti” o di estrazione popolare come i tantissimi degli altri Istituti meno blasonati, sono tuttavia sulla stessa barca, alla deriva di un mare di parole che non si concretizza mai in un aiuto vero. In tutti i paesi progrediti si svolgono corsi di affettività e di educazione sessuale: qui da noi si formano i giovani con… l’ora di religione settimanale. Siamo ancora agli anni ’50, anche se i ragazzi vanno a scuola tatuati e orecchinati come rock star, e le ragazze sfoggiano hot pants e top da cubiste. Anche avviare corsi di buon gusto e di bon ton non sarebbe male: Viviamo in un mondo di contraddizioni paradossali, dove web col porno free à gogo e social restano selvaggi e fuori controllo per l’incapacità dei “grandi”, e dove in TV, al cinema e ovunque, dilaga da anni la becera volgarità ostentata da personaggi pubblici, veri testimonial di supercafonaggine. Non prendiamocela coi giovani che sono soltanto le vittime di queste anomalie sociali in quanto i loro atteggiamenti, i loro sbandamenti, sono il frutto di quello che Corrado Augias definisce il nostro “confuso presente”.

                                                                       Gabriele D’Amelj Melodia

 

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