“POLITICALLY SCORRECT” – TOTO’ PROTETTO A SUA INSAPUTA – di Gabriele D’Amelj Melodia

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Questa storia del Principe della risata, improvvisamente richiuso nella teca dei protetti a più di cinquantasette anni dalla sua scomparsa, non mi convince e non mi piace. Sua nipote Elena de Curtis, figlia di Liliana, ha dichiarato di aver richiesto l’ombrello della tutela dei diritti d’autore, con relativa creazione di un brand, per rispetto al grande nonno. Già il termine “brand” fa rabbrividire, applicato poi a un mito umano fa addirittura raccapricciare. Siamo sicuri che gli artisti vadano tutelati come se fossero un prodotto qualsiasi, un vino o un capocollo doc? Se fosse ancora vivo, Totò avrebbe commentato, rivolto al giudice: “Mi vuole mettere un marchio comma a nu provulone, ma mi faccia il piacere!”E avrebbe ragione, perché chi è patrimonio dell’umanità, soggetto di culto popolare, mito indiscusso che raccoglie intorno a sé memoria e sentimento, non può non essere liberamente amato e ricordato. Voi vi immaginate Papa Giovanni, Sandro Pertini, Claudio Villa o Maradona e Gigi Riva che diventano brand? Tornando al nostro, una pizzeria o un locale che si chiama Totò ha il pieno diritto a conservare quella denominazione, anche perché potrebbe riferirsi a Schillaci, al ragazzino protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso” o, paradossalmente, anche a Riina. Se poi avere in un ristorante una gigantografia di Totò che mangia gli spaghetti con le mani, o un quadretto che riporta il testo de “A Livella” diventa un reato, beh, allora la Russia è vicina… Ricordo che, oltre al diritto d’autore, esiste anche il “diritto di citazione”, una forma consentita di libera utilizzazione di opere d’ingegno. Personalmente sono sempre stato un liberal fautore dell’uso free di immagini e testi riportati a fini giornalistici e culturali, e in ogni modo non a chiari scopi di lucro, scopi che invece ravviso proprio nella strategia degli eredi. Ritengo che la ferrea applicazione della norma relativa al copyright nei confronti di un gigante come Antonio de Curtis,  sia davvero cosa forzata e triste. Sono certo che anche il Principe farebbe una smorfia delle sue per esprimere dissenso di fronte all’adozione di questo provvedimento impopolare e inopportuno.

                                                                              Gabriele D’Amelj Melodia

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