A Brindisi c’era un pezzo del “Polo Aeronautico” che veniva da lontano ed in cui molti di noi hanno avuto la fortuna di lavorare, sviluppando la loro conoscenza all’interno di un settore, quello aeronautico appunto, il quale da sempre è stato il fiore all’occhiello della nostra città che oggi sembra quasi averlo dimenticato. Tanto fermento c’era intorno ad aziende, dove una produzione di qualità insegnava a pieno titolo, cosa fosse un aeroplano o un elicottero e ad onor del vero, neppure la politica locale aveva capito che da questo “polo aeronautico”, passava il futuro di molte generazioni di tecnici, quelle passate e quelle a venire, compresa anche la nostra che infondo si è calata totalmente in questo  settore, dove la qualità aveva ed ha ancora un senso.
Diciamo come al solito che in questa città trascurata, offesa, bistrattata e sempre più spesso “perdente”, non è stato possibile tenere unito e saldo questo “polo” che pur avendo una storia lunga quasi ottanta anni, dava da vivere a famiglie intere, le quali hanno fatto da grande faro di riferimento ad almeno 3 generazioni di operai e tecnici, venute su con pane e produzione aeronautica di qualità.
Scelte industriali incomprensibili poi hanno fatto di noi brindisini ignari, una delle poche città al mondo dove, siamo stati capaci senza scrupoli, di farci chiudere sotto il naso, un’azienda legata allo stato italiano e parlare di una “azienda statale”, non diciamo nulla di blasfemo e stiamo parlando di “Officine AleniaAeronavali”, struttura produttiva e strategica che forse barattata solo per un misero piatto di polpette, ha reso la cosa ancora più amara e triste.
Nessuno credeva possibile che dopo tanta storia, splendore e lustri, Finmeccanica (la famosa azienda di stato) attraverso i suoi grandi manager “migliori”, sempre quelli che naturalmente lavorano per la collettività, avesse mai potuto chiudere di botto, una realtà produttiva come “Officine AleniaAeronavali” che poi a ben riflettere, non era neppure in concorrenza, con quella nuova struttura che si stava affacciando sul mercato aeronautico ed apriva a Grottaglie, così con un solo colpo di spugna e con pochi spiccioli in tasca, è stata oscurata la possibilità di sviluppo e di crescita possibile e reale, chiudendo lo stabilimento brindisino della gloriosa revisione aeroplani.
Qualcuno in quei momenti chiese in silenzio alla politica locale, di fare quadrato intorno al problema della chiusura, informando pezzi importanti e membri fondatori, del partito del Presidente del consiglio all’epoca ma nulla fu fatto veramente, pur avendo potuto, solo per bloccare la decisione, di una azienda di stato quale è Finmeccanica, di chiudere le attività, come se fosse un libro vecchio già letto e di cancellare così la storia, di quell’aeronautica locale che partiva dagli idrovolanti, forse perché si doveva dare priorità, ad una strana creatura, quella “città d’acqua” che fra l’altro ancora oggi così come ieri, sembra più una specie di supercazzola…. Che altro!
Oggi qualche capello bianco in più, potrebbe servire a pensare e riflettere, su cosa avremmo potuto e qualcuno avrebbe dovuto fare, almeno per mantenere in vita, tutto quello che la storia ci aveva consegnato in eredità, solo mantenere serviva, senza cedere alle lusinghe di pochi spiccioli in tasca o di qualche parente sistemato fuori dal territorio brindisino. Oggi più che mai e purtroppo con il senno si poi, dobbiamo tutti sentire il bisogno, di vigilare e fare quadrato, intorno alle poche aziende rimaste del settore, facendoci carico tutti, non solo di un impegno di crescita e rilancio ma soprattutto quello di mantenere, ciò che è rimasto e fa fatica ad andare avanti.
Oggi di quel “polo aeronautico” rischiamo che rimanga solo un “polo vuoto” e la sua natura negativa non ci lasci mai tranquilli, per questo dovremmo imitare, tante città che si fregiano del titolo “Aeronautico”, Torino, Venezia, Milano, Napoli, Frosinone, Foggia, Grottaglie……sono realtà dove le maggioranze e le opposizioni di assise comunali, si sono sedute insieme allo stesso tavolo e di comune accordo hanno impedito a chiunque, di passare sulle teste dei concittadini con troppa facilità, oppure hanno semplicemente aiutato e spinto insieme in una sola direzione, tutto comunque nell’interesse della collettività…ma a quelle latitudini sembra siano certamente un po’ più forti o più furbi, mentre noi lo siamo molto meno o a volte non lo siamo affatto.
Per questo proviamo a non mollare e li dove sarà necessario, teniamo sempre alta la guardia, parlandone tutti insieme, proprio per evitare di fare spallucce postume ed essere spesso o sentirci i “perdenti” di turno.

Ubaldo Mignini

2 COMMENTI

  1. Con le tue parole hai rievocato bei ricordi e tanta rabbia. Non riesco nemmeno ad incontrare i vecchi colleghi perché i ricordi mi distruggono. Loro non lo hanno capito perché non accetto gli inviti ma incontrarci come tanti anni fa mi fa un male cane.
    Bravo Ubaldo, grida il tuo rimprovero e dai voce anche ai nostri pensieri.
    Grazie amico mio.

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