Processo omicidio Paolo Stasi, l’imputato: “Abbiamo scoperto che era morto solo la sera in piazza”

Prosegue davanti la Corte d’assise di Brindisi il processo per l’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne ucciso a colpi di pistola il pomeriggio del 9 novembre 2022 sotto l’uscio di casa, a Francavilla Fontana. Durante l’udienza è stato esaminato l’imputato Cristian Candita, 23 anni, accusato di aver guidato l’auto con a bordo il presunto killer, Luigi Borracino, allora minorenne e già condannato a 20 anni di reclusione dal tribunale per i minori di Lecce. Candita ha riferito di aver appreso della morte di Paolo solo la sera stessa dell’omicidio, tramite i social, mentre si trovava in piazza con Borracino. Ha raccontato che quel pomeriggio il ragazzo era molto agitato e gli chiese di accompagnarlo in auto a ritirare un borsone. Rispondendo alle domande del suo avvocato, Maurizio Campanino, Candita ha cercato di smontare la tesi della premeditazione, spiegando che Borracino gli aveva parlato di un litigio avvenuto per questioni legate alla droga, rivelandogli solo successivamente che il coinvolto si chiamava Paolo e che è da lui che doveva ritirare il borsone. Candita ha, inoltre, affermato di non essere a conoscenza del fatto che quel pomeriggio Borracino fosse armato. Ha scoperto della pistola solo dopo l’omicidio, quando il ragazzo, rientrando di corsa in auto, esclamò: “è successo un casino” e gli chiese aiuto per disfarsi dell’arma. “Neppure Borracino pensava di averlo ucciso,” ha dichiarato l’imputato. Il Pm de Nozza ha chiesto poi spiegazioni su un’intercettazione tra i due, in cui emerge la volontà di uccidere anche la madre di Paolo, Nunzia D’Errico che, abituale consumatrice di sostanze stupefacenti, avrebbe contribuito a contrarre un debito di droga di 5mila euro nei confronti di Borracino. “Una frase detta in un momento di nervosismo” – ha giustificato Candita.

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