Purché non sembri Natale, AA.VV.

Prendi quattordici scrittori e riunisci in un unico libro quattordici racconti, editi e inediti, che abbiano quale comune denominatore il Natale. Ottieni Purché non sembri Natale (BUR), l’antologia che, «per quanto la vulgata pubblicitaria si accanisca nel volerci presentare un Natale monolitico, farcito di gioia, tepore domestico e hygge a volontà», intende dare più realisticamente voce alle variegate esperienze del Natale, cioè alle forme possibili dell’atteggiamento verso questa data, alle evoluzioni sentimentali da cui sembra che non si possa prescindere. Sono, tra gli altri, Pino Cacucci, Gianrico Carofiglio, Mavis Gallant, Roberto Perrone, Jean Stafford e Nadia Terranova ad esplorare in maniera originale queste terre dell’inatteso – lontani dall’aderire alla banalità dello schema per cui il Natale lo si ama o lo si detesta. Rimane il fatto che, lo si voglia o no, la sola idea della natività conferisce un’aura particolare ad ogni cosa, a ciascuno dei più semplici fenomeni del vivere: Cacucci e Carofiglio raccontano, attraverso le storie dei loro Cattivi, il male e la meschinità che rendono ogni nostro Natale più vuoto, mentre Luca Ricci descrive come una profonda deriva psicologica possa manifestarsi da un mancato regalo. Non tutto, però, è così cupo: Roberto Perrone e Nadia Terranova lasciano spazio nelle rispettive narrazioni alla luce che viene da consapevolezze nuove – il tesoro che alcuni luoghi racchiudono o di cui il tempo può farci dono. «Mi chiedo chi sono e la domanda, mentre sorge, smette di avere importanza: sono l’anziana scappata dal dovere della cucina pantagruelica e dalla routine delle pillole della pressione, sono la ragazzina che dopo il cenone in famiglia scapperà a ballare con gli amici e baciare il fidanzato, sono la donna sola che se ne frega del vischio e dello spumante, la giovane disoccupata con due figli che ha comprato le vongole al discount, la moglie annoiata nella gabbia di un matrimonio finito che a mezzanotte si chiuderà in bagno a mandare gli auguri all’amante, la lavoratrice a pezzi perché ha finito il turno e per una volta si è scappottata lo straordinario della festa». Raccontata da Terranova in «L’ora di libertà», è questa la parentesi entro la quale la protagonista può assistere alla sorpresa di un incastro di famiglia inedito e perfetto, prima di tornare a casa. E il Natale è appunto lì dove qualcosa riesce a sorprenderci.

Diana Alessandra Politano

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