Al Sindaco di Brindisi Riccardo Rossi
Ai componenti della Giunta del Comune di Brindisi
Alle Organizzazioni Sindacali della provincia di Brindisi (CGIL-CISL-COBAS-UIL-SHC Puglia)
Al Forum Regionale del Terzo Settore
I lavoratori ed i cittadini utenti dei servizi Centro Contro l’Abuso ed il Maltrattamento all’Infanzia, Centro per la Famiglia-servizio di Mediazione, Centro Affidi, Sportello Sociale, Assistenza Domiciliare ai Minori (ADM), Assistenza domiciliare integrata agli anziani (ADI), Punto Luce (riguardo ai lavoratori in mobilità presso il CAG e Città dei Ragazzi), Centro di Aggregazione Giovanile e Città dei Ragazzi, ad oggi, non hanno alcuna prospettiva in merito al funzionamento ed alla programmazione dei servizi destinati ai cittadini di Brindisi. Alcuni servizi chiuderanno il 31 luglio, altri il 30 settembre (tranne il CAG che slitta alla fine del primo trimestre del 2021) con nessuna prospettiva di prosecuzione, tranne una ipotesi tampone di proroga al 31 dicembre 2020 e poi il nulla. I servizi sociali ed il welfare rischiano un duro colpo nei nostri territori. Si restringono sempre più i margini della tutela sociale per le famiglie, per i minorenni, per la prevenzione, la cura e la riduzione del disagio sociale anche nei casi più estremi e dirompenti (violenza su minori, in famiglia, su anziani e nei contesti istituzionali ed urbani). Tutto questo mentre la drammatica fase emergenziale della pandemia ha evidenziato quanto sono diventate fragili ed inesistenti le strutture di protezione sociale che erano state ridotte o smantellate dalle politiche di riduzione della spesa pubblica perseguendo i miraggi del liberismo e della privatizzazione lucrativa o di scarico e delega strumentale del far fronte al disagio al volontariato. Proprio dal senso di impotenza ed inefficienza delle istituzioni nel fronteggiare la protezione dei cittadini si riscopre l’urgente necessità a riaffermare i Servizi per il Cittadino previsti dalle legislazioni sociali di questi ultimi 20 anni, leggi come: la 285/97 che tutela le famiglie, i /le minorenni e le fragilità sociali; la legge quadro 328/2000 per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali; la definizione dei LIVEAS e dei LEA (livelli sociali e sanitari di servizi basilari ed imprescindibili da garantire ai cittadini). Il Comune di Brindisi ha beneficiato di queste leggi e le ha implementate fin dal 1999 (più di 20 anni fa!) quando lo Stato ha attenzionato il suo territorio a causa del diffuso disagio sociale deputandolo “Città Riservataria” per gli interventi straordinari della L.285/97. Sono nati così i servizi che hanno rafforzato l’azione del Servizio Sociale Territoriale, specializzandolo ulteriormente per le azioni di prevenzione, assistenza ed emancipazione dal disagio delle famiglie, dei/delle minorenni e di una vasta gamma delle problematiche e disfunzioni sociali. Oltre 20 anni di servizi sociali che hanno coinvolto migliaia di cittadini, famiglie, minorenni, anziani, vittime di violenza intrafamiliare e sviluppato professionalità che hanno accreditato l’efficienza ed efficacia di tali servizi. Servizi che hanno anche ricevuto oltre la stima dell’utenza anche il plauso degli organismi ministeriali deputati alla valutazione dei servizi della L.285/97. Ora il paventato dissesto economico del Comune di Brindisi colpisce questi servizi, o almeno così pare, visto che non ci è nota ancora nessuna iniziativa e programmazione per governare questa fase critica. Non ci è dato sapere se ci sono idee ed iniziative per sostenere il sistema dei servizi sociali cittadini e di Ambito. Dagli Stati Generali del governo, proprio in questi giorni, è stato approvato un emendamento importante che rende obbligatorio da parte delle Regioni realizzare il comma 4 dell’art 22 della 328/2000 relativa ai LIVEAS. In concreto: servizio sociale professionale segretariato sociale per informare i cittadini, servizi di pronto intervento per le situazioni di emergenza sociale, assistenza domiciliare, strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità, centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario sono diritti esigibili OBBLIGATORI! Ancora: nel periodo di chiusura dei servizi causa covid-19 il Governo ha ribadito l’importanza del funzionamento dei servizi contro la violenza al pari di quelli ospedalieri che non vanno MAI chiusi, inoltre a tal proposito ci sono le leggi nazionali per la tutela contro la violenza dei/delle minorenni che, laddove presenti, vanno mantenuti; si è sentito a livello nazionale ribadire l’importanza di non lasciare indietro nessuno, di mantenere attivi TUTTI i servizi di prossimità per la cittadinanza, lo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il 27 marzo 2020 con circolare n.1/2020 all’ art.48 del DL 18/2020 sottolinea quali servizi non devono essere sospesi perchè essenziali, facendo esplicito riferimento a prestazioni individuali domiciliari, centri d’ascolto per le famiglie che erogano tra l’altro consulenze specialistiche, attività di mediazione familiare e spazi neutri su disposizione dell’autorità giudiziaria. Pertanto dopo la lezione della carente o mancata tutela sociale dei cittadini causata dall’impatto dei servizi sociali con la pandemia c’è, da più parti istituzionali e politiche anche europee, la rivalutazione e la riaffermazione del welfare comunitario e di prossimità già previsto in Italia dalla lungimiranza delle L. 285/97 e 328/2000 smantellate e non rifinanziate adeguatamente da politiche liberiste scellerate; oggi, più che mai, è obbligatorio definire e stabilizzare il sistema dei servizi tracciati nel corso degli ultimi 20 anni e ridefinire il welfare sui sopraggiunti bisogni del territorio. Il nuovo può venire solo sulla base sicura dei servizi già tracciati ed operativi e non sulle sue ceneri! La crisi finanziaria delle casse comunali pone al governo della città il compito di trovare soluzioni immediate per la continuità e la stabilizzazione del welfare locale. Soluzioni che non tutte sono alla loro portata se non aprono confronti e programmazione con le varie parti sociali in causa, dotate di esperienze, saperi e competenze (Terzo Settore, Sindacati, lavoratori professionali dei servizi, etc… in pratica gli attori previsti per la co-programmazione e la co-progettazione dalla L.328/2000). Per tali motivi sarebbe auspicabile attivare nell’immediato i tavoli di co-programmazione per cercare le prospettive di mantenimento e migliorative dei servizi già esistenti e co-progettare iniziative e attività per soddisfare, laddove possibile, i bisogni espressi e letti della popolazione. In pratica si chiede l’applicazione delle leggi che già prevedono questo! Crediamo che con la consultazione allargata si possono affrontare e superare collegialmente i grossi nodi che tuttora paralizzano la programmazione e la futurizzazione dei Servizi su citati. La crisi finanziaria del Comune di Brindisi deve spingere i nostri amministratori a cercare e sollecitare in tutti i campi e contesti di programmazione istituzionale (regione, governo, Europa) le soluzioni per alimentare e non far morire il Welfare a rischio di chiusura. Per conoscere la programmazione dei suddetti servizi e il loro futuro, ma anche per contribuire con idee di miglioramento della utilità sociale di tali servizi alla nostra comunità chiediamo un incontro con l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco Rossi, per discutere su: 1) l’auspicabile revisione della delibera del consiglio comunale con la quale si prevede il taglio economico del 20% su alcuni servizi sociali e l’estinzione totale di altri servizi; 2) la Continuità per tutti i servizi e la chiara conoscenza degli intendimenti politici rispetto all’organizzazione del welfare locale con possibili soluzioni per il 2021. Firmato i Lavoratori del Sociale:seguono 71 firme di Assistenti Sociali, Educatori, Operatori Sociali, Operatori Socio Sanitari, Psicologi, psicoterapeuti, Sociologi.