Quarta sulla crisi della Multiservizi: “Serve una gestione professionale, no a soluzioni temporanee”

Roberto Quarta
In merito alla questione della società Multiservizi, ritengo doveroso chiarire la mia posizione per evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione.
Negli ultimi mesi, durante le riunioni dei capigruppo, di maggioranza e in un’assemblea aperta con i lavoratori della Multiservizi, ho espresso le mie perplessità riguardo le proposte avanzate dall’amministratore, in particolare sui piani industriali presentati. Le stesse preoccupazioni sono state condivise dalle sigle sindacali, che hanno manifestato gli stessi dubbi.
Questa è la mia prima esperienza come consigliere comunale, e come me, anche molti altri colleghi si trovano a dover affrontare una situazione delicata, con conseguenze potenzialmente drammatiche per oltre 150 famiglie coinvolte, ma non solo: anche per noi rappresentanti istituzionali.
Negli anni, la politica ha spesso utilizzato la società Multiservizi come fonte di consensi, trascurando una gestione più efficiente e lungimirante. La storia recente ci racconta di una società progressivamente svuotata di affidamenti, con il risultato di un bilancio in rosso per tre anni consecutivi e un indebitamento che ormai ammonta a circa 8 milioni di euro.
Da piccolo imprenditore, voglio fare alcune considerazioni pratiche. La perdita dell’affidamento per la gestione della pubblica illuminazione ha causato alla società un danno economico di oltre 1.400.000 euro. Questo è solo uno dei tanti esempi di entrate certe e sicure che avrebbero potuto migliorare la situazione finanziaria dell’azienda. Un altro esempio è la gestione della raccolta differenziata, che costa al Comune oltre 100.000 euro al mese, cioè 1.200.000 euro all’anno, e che sarebbe potuta essere affidata alla Multiservizi. Lo stesso vale per la gestione degli impianti sportivi, che vengono affidati a terzi con un ulteriore costo di oltre un 1.000.000 di euro.
Per non parlare del trituratore pagato 60.000 euro e abbandonato nel capannone e per questo motivo altri 10.000 euro mensili che paghiamo ad una azienda privata per lo smaltimento dello sfalcio.
Dulcis in fundo l’ inceneritore per animali da quattro anni fermo nell’altro capannone !
Questi esempi, da soli, potrebbero portare un incremento di entrate per oltre 3 milioni e mezzo, se non 4 milioni di euro alle casse della Multiservizi.
Occorre anche avere il coraggio di dire che una società in continua perdita non può permettersi di riconoscere super minimi sugli stipendi base. Una prassi del genere sarebbe comprensibile in una realtà che chiude i bilanci in attivo, come premio di produzione o riconoscimento aggiuntivo ai dipendenti, ma qui ci troviamo di fronte a una contraddizione: una società che non riesce a gestire adeguatamente i pochi affidamenti rimasti, che registra perdite costanti, ma che continua a riconoscere questi premi.
Credo fermamente che ciò che sia mancato in questi anni sia una visione manageriale chiara e decisa, volta al rilancio dell’azienda. La Multiservizi ha bisogno di una gestione più professionale, orientata alla crescita, per tornare a essere una risorsa per il Comune e non un peso economico.
Siamo arrivati a un punto di non ritorno, e tutti i lavoratori, anche quelli che alcuni definiscono ingiustamente “vagabondi”, meritano di sapere con chiarezza cosa accadrà nei prossimi mesi. Per quanto mi riguarda, e sebbene il paragone possa sembrare duro, è come se a un malato terminale si consigliasse di curarsi con un’aspirina, anziché accompagnarlo dolcemente verso l’inevitabile.
Voglio essere diretto e schietto fino all’ultimo: la situazione attuale è frutto anche di una connivenza tra il sistema politico e alcuni dipendenti che hanno approfittato di determinate situazioni. La politica ha avuto una grande responsabilità nel creare divisioni tra i lavoratori e tra le varie fazioni politiche.
È il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità. I lavoratori conoscono bene ciò che sto affermando, e sono consapevoli di chi, negli anni, ha approfittato della loro buona fede.
Questo mio intervento sarà presentato come dichiarazione nel prossimo consiglio comunale. Di fronte a questa situazione di totale incertezza, che rischia di causare danni irreparabili, esprimo il mio parere contrario.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento e confronto costruttivo, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete che possano salvaguardare i posti di lavoro e il futuro della società.
Roberto Quarta
Consigliere Comunale
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1 COMMENTO

  1. Penso che il redattore dell’articolo ancora una volta non abbia trovato collocazione nello scenario politico presente in Consiglio Comunale e quindi ritiene di assumere le vesti di censore della gestione complessiva dell’Ente sostituendosi ai competenti Organi di Programmazione e di Esecuzione. I rilievi amministrativi e contabili formulati sulla ingiustificata perdita di affidamento di appalti lavoro da parte del Comune, proprietario della partecipata BSM, sono antichi e pertanto non costituiscono preoccupazione nella ripresentazione in Consiglio. Certamente, interessante per i lavoratori della suddetta società e per la cittadinanza è la formale dichiarazione di denuncia, per esempio la transazione fra Comune E BSM in relazione agli esistenti ATTI, all’Organo di Revisione Contabile per i danni erariali provocati all’Ente e quindi ai cittadini. Se poi sono attribuibili ad alcune Ripartizioni comunali l’erogazioni di pagamenti privi di forniture si deve aver il dovuto coraggio ad agire conseguenzialmente.
    Brindisi, 11/09/24 Dott. Francesco Leoci

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