A seguito del tavolo istituzionale che si è svolto questa sera, alla presenza dei rappresentanti della Presidenza della regione Puglia, della Task force regionale e di Versalis, il sindaco Riccardo Rossi ha revocato l’ordinanza di sospensione delle attività dell’azienda.
“Questa amministrazione è molto attenta alla tutela del rapporto tra ambiente, salute e lavoro che può essere ottenuta solo attraverso investimenti importanti che possano garantire la sostenibilità di ogni sito produttivo. Nella giornata di oggi, sia con l’incontro di questa mattina in prefettura sia con quello avvenuto in serata, registriamo l’importante volontà, anche da parte del gruppo Eni Versalis, di costituire un tavolo tecnico permanente che possa studiare tutte le soluzioni impiantistiche e di miglioramento della rete di monitoraggio e controllo dei dati per la sua validazione, ed abbiamo quindi deciso di revocare ordinanza – precisa il sindaco -. Ringrazio il presidente della Regione Michele Emiliano, il capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi e Leo Caroli, alla guida della Task force, che hanno messo insieme questo tavolo di confronto.
I prossimi giorni saranno importanti per lavorare, tutti insieme, al fine di migliorare l’attuale situazione dello stabilimento e, allo stesso tempo, per programmare il futuro del Petrolchimico e dell’intero polo della chimica nel pieno rispetto di salute, ambiente e lavoro”.
Al punto a cui si stava arrivando la soluzione trovata sembra essere il successo del buon senso, su atti, forse, poco ponderati o attuati per finalità da accertare.
La revoca dell’ordinanza a fronte di nulla è stata una scellerata decisione del Sindaco. La questione Versalis è da definire: o l’azienda ambientalizza lo stabilimento non solo realizzando la torcia a terra che di fatto impedisce la visione della fiamma, ma non la fuoriuscita di sostanze cancerogene la cui concentrazione non è data sapere visto che i rilevatori sono gestiti dalla proprietà e non da un ente terzo, oppure sarebbe da chiuderelo stabilimento e trasferire tutto il personale in servizio alla Multiservizi; gli stipendi verrebbero finanziati dal risparmio di spese sanitarie che la società sopporta a fronte dei profitti della proprietà.