Fenomeno meno diffuso rispetto al furto di energia elettrica, ma ugualmente presente nello scenario provinciale e per il codice penale il furto di gas metano rientra tra i casi di furto aggravato. Sono i morosi i principali artefici di questo reato, che per poterlo commettere effettuano la rottura dei sigilli apposti dalla società erogatrice che ne ha sospeso la fornitura. È utile rammentare che la manomissione dei sigilli dell’impianto, nonché della valvola erogatrice, determina la mancanza di sicurezza dell’intero impianto, che non risulta più a norma. Tangibile, infatti, è il rischio di perdite che costituiscono la potenziale minaccia di possibili deflagrazioni che oltre a coinvolgere l’appartamento “interessato” ove i sigilli sono stati manomessi attinge anche gli appartamenti vicini determinando seri danni a strutture e persone. Nella circostanza, la Stazione Carabinieri di Tuturano ha deferito in stato di libertà una 55enne del luogo. La donna ha rimosso i sigilli di chiusura apposti dai tecnici della società erogatrice del servizio a seguito di morosità. Al momento non è stato possibile computare il numero dei metri cubi di gas metano sottratti e il conseguente controvalore economico che ne è derivato, è stato solo possibile elaborare una stima approssimativa che si aggira sui 1.556 m.c. per un valore di circa 1.300,00€.