Rotary Club di Brindisi VALESIO: LA TUTELA DELLA DONNA NELL’ORDINAMENTO GIURIDICO ITALIANO

Giovedì 25 Luglio presso la meravigliosa Masseria ELYSIUM, sita nel cuore della campagna pugliese, il Rotary Club di Brindisi VALESIO ha organizzato il primo appuntamento dell’Anno Rotariano 2024-2025 trattando, in linea con il motto “La Cultura come Strumento di Crescita“, un argomento

LA TUTELA DELLA DONNA NELL’ORDINAMENTO GIURIDICO ITALIANO

Le Sfide del futuro e l’effetto FARFALLA

tanto impegnativo quanto fondamentale per la crescita culturale della nostra società mettendo a segno un piccolo punticino con la speranza che possa contribuire a far prendere coscienza di quella che è la situazione attuale e di quanta strada c’è ancora da percorrere.

Ricca la partecipazione di autorità Rotariane e Civili sono degni di nota i saluti del Governatore emerito Gianni LANZILLOTTI, dell’Assessora del Comune di Mesagne Annamaria SCALERA e del Sindaco del Comune di Torchiarolo Elio CICCARESE.

Dopo aver consumato un piacevole aperitivo sono le parole del Presidente Francesco SERINELLI ad aprire il dibattito:

“Abbiamo deciso di iniziare parlando al femminile, perché sono convinto che ancora bisogna uscire definitivamente, da una società patriarcale, in cui essere donna non può e non deve rappresentare un limite, ma una enorme, bellissima risorsa:

Altro che l’altra faccia del mondo, la donna è il mondo.

Ricordate che fino a pochi anni fa le donne non potevano avere autorizzazione maritale, non potevano fare gli avvocati, che fino al 46 non potevano votare, i matrimoni riparatori e che in letteratura la donna ha avuto un ruolo sempre secondario ed è stata sempre vista addirittura come un simbolo del male causa del Peccato. La figura della Donna non era da lodare, ma solo da condannare in quanto impediva all’uomo di innalzarsi a Dio: Eva per citarne una”

facendo riferimento a quella locuzione “effetto farfalla o effetto mariposa”, per la quale infinitesime variazioni nelle condizioni iniziali producono variazioni sempre più grandi e crescenti.

Magistrale direzione della socia Silvia ROSATO che, dopo aver salutato tutti gli ospiti presenti e prima di presentare le illustri relatrici, ha ricordato come il Rotary International da anni abbia intrapreso iniziative come l’Empowering Girl che perseguono l’obiettivo di realizzare l’autodeterminazione e l’accrescimento del benessere fisico, psichico e sociale delle donne attraverso azioni di sensibilizzazione e di valorizzazione di un cambiamento culturale nella speranza che possa ispirare il superamento degli stereotipi relativi alla figura e alle capacità femminili.

La Prof.ssa Serenella MOLENDINI, Expert on work, gender social policies and antidiscriminatory right, abituata troppo spesso a farlo in una specie di recinto in cui le donne si ritrovano a parlare da sole di problemi che si possono risolvere solo lavorando tutti insieme con la consapevolezza che l’empowerment è un cambiamento per tutti si presenta manifestando la sua soddisfazione nel dibattere questioni di genere in un ambito misto. Nel suo intervento partendo dai numeri pubblicati l’11 giugno sul “Global Gender Gap Report 2024“, che confrontano la parità di genere in 146 economie fornendo una base per l’analisi degli sviluppi della parità di genere in due terzi delle economie mondiali, ha fatto emergere come i risultati purtroppo siano ancora scoraggianti dipingendo a tinte fosche prima la situazione internazionale (proseguendo al ritmo odierno per raggiungere la parità di genere serviranno altri 134 anni cioè cinque generazioni), poi quella italiana (occupa l’87° posto della classifica perdendo 8 posizioni rispetto al 2023 e 24 rispetto al 2022) e infine quella del Mezzogiorno (la situazione è grave e pressoché immobile dato che solo un terzo della popolazione femminile in età lavorativa è occupata).

La dettagliata analisi ha fatto emergere come:

  • spesso i dati possano ingannare ad esempio l’apparente record storico di fine 2023 sul tasso di occupazione femminile, pari al 52,8% (analizzando meglio la situazione emerge come l’aumento negli ultimi 20 anni interessi soprattutto donne over 50 che hanno mantenuto il posto di lavoro per l’innalzamento dell’età pensionabile)
  • le ragioni della scelta del part-time in Italia siano causa di una distorsione nell’applicazione dell’istituto contrattuale, nota in letteratura con il termine di ’part-time involontario‘, dietro cui si celano fenomeni discriminatori nei confronti della componente femminile dell’occupazione, finalizzata all’elusione/evasione fiscale e contributiva
  • spesso nell’accessibilità al servizio NIDO siano penalizzate le famiglie più povere, sia per i costi delle rette, sia per la carenza di strutture in diverse aree del Paese con la conseguente difficoltà di conciliazione tra lavoro e cura del bambino/a
  • le donne trovano lavoro soprattutto in settori in cui si prendono CURA delle altre persone

Ha concluso la sua relazione presentando le sfide e le innovazioni per il presente e per il futuro che ci incoraggiano ad andare avanti ricordando come il mondo del lavoro stia mutando anche in modo interdipendente le modalità organizzative, la gestione dei tempi dedicati alle varie dimensioni della vita, il senso e il valore dato alla stessa attività lavorativa, alla realizzazione professionale e come la generazione Z (nati tra il 1996 e il 2010) stia riscrivendo la grammatica del Rapporto con il Lavoro lasciando emergere una forte necessità di work life balance, smart working e attenzione ai valori della sostenibilità ambientale e sociale: Un progetto di vita capace di produrre e garantire benessere creando un’atmosfera collettiva di armonia.

La Prof.ssa Laura MITAROTONDO, Docente di Storia delle Dottrine Politiche UNIBA, ha cominciato il suo intervento proponendo un cortometraggio in bianco e nero del 1906 Les Résultats du féminisme di Alice Guy che racconta di un aspetto che è profondamente legato al divario di genere e alle asimmetrie di genere.

La Prof.ssa ha osservato il divario di genere da un punto di vista storico e politico evidenziando come sia il divario di potere sostanziale causa di una asimmetria che non consente di godere di analoghe posizioni e che quindi determina un’assenza di accesso a medesime posizioni di potere. Il cortometraggio di una tra le prime registe produttrici cinematografiche della storia racconta il sovvertimento dei ruoli sociali e dei generi come se si trattasse di una prodigiosa rivoluzione quella domanda di riconoscimento di empowerment che passa dal lavoro delle donne.

Sfruttando il parallelismo dell’intervento tra la duplice prospettiva culturale e sistemica ha invitato ad una riflessione di carattere culturale che parte dalla genesi del problema evidenziando come fin dall’antica Grecia la divisione sessuale e degli spazi ha donne confinato le donne nello spazio del privato e nel ruolo dell’accudimento della famiglia, dei figli e degli uomini limitando il ruolo della donna nello spazio pubblico e sociale ad una naturale subalternità che in ragione delle sue caratteristiche fisiche, di minore forza è stata sempre una differenza volutamente controllata. La capacità riproduttiva viene considerata come un dono, ma anche come una funzione che il potere politico ha sempre usato come leva per stabilire delle gerarchie diventando di fatto un fattore di discriminazione. La donna è stata in qualche modo confinata al suo destino fisico e questo tipo di rappresentazione vige ancora oggi soprattutto nella rappresentazione esterna, come ad esempio nella pubblicità, o nella vita sociale dove è prima di tutto oggetto sessuale o ruolo materno provocando nel tempo una oggettificazione del soggetto femminile e del corpo femminile.

La donna è stata privata della possibilità di affermare la propria soggettività prima di tutto inibendole l’accesso all’istruzione consentendo che venisse considerata inferiore per natura e non consentendole di elevarsi intellettualmente. La letteratura ha rappresentato la donna in maniera limitante e punitiva, ma per lunghi secoli è stata privata degli strumenti di autorappresentazione condannandola ha subire la rappresentazione del suo ruolo e della sua identità fornita e costruita dagli uomini e conquistando un protagonismo solo quando ha cominciano a scrivere raccontando la propria condizione di frustrazione. Il sistema economico e produttivo ha avuto interesse a fare in modo che il lavoro di cura venisse attribuito naturalmente e in maniera implicitamente innata alle donne e non agli uomini perché nel sistema capitalistico vi è una divisione sessuale del lavoro che distingue il lavoro produttivo da quello di accudimento.

Interessante anche l’intervento della Dott.ssa Annarita PINTO, presidente uscente della commissione per le pari opportunità per le politiche di genere i diritti civili del Comune di Mesagne, che ha ricordato che esiste un problema sistemico, ma anche culturale dato che spesso già in famiglia si genera una discriminazione a partire dalla differente educazione che viene data ai figli maschi e alle figlie femmine.

Infine impossibile non citare l’ottimismo di Mario CRISCUOLO, assistente del governatore Lino PIGNATARO, che, dopo aver descritto la storia della donna prima nel Rotary e poi nel nostro Distretto 2120, ricorda che se oggi parliamo di parità di genere come un traguardo raggiungibile in 105 anni fino a poco tempo fa era una linea all’orizzonte davvero difficile da vedere.

A valle del momento Istituzionale si è tenuta la tradizionale conviviale e il classico taglio della torta il tutto condito dal sentimento di grande amicizia che contraddistingue i soci del Rotary.

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