Alle prime ore del mattino, investigatori della Squadra Mobile di Brindisi, con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale” e del Commissariato di Polizia di Mesagne, su ordine della DDA di Lecce, hanno dato esecuzione a 13 ordinanze di misura cautelare, sei delle quali in carcere e sette ai domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, rapina, detenzione e porto di arma da fuoco e reati in materia di sostanza stupefacenti.
Il provvedimento è il risultato di un’ articolata attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile di Brindisi – in parte già eseguita il 14 luglio scorso – finalizzata ad individuare ruoli e competenze criminali di un gruppo malavitoso organico alla frangia brindisina della “Sacra Corona Unita” operativo nei quartieri Sant’Elia e Paradiso della città di Brindisi. L’indagine ha svelato presunti episodi di estorsione commesse ai danni di alcune attività commerciali del centro e della periferia di Brindisi costrette a pagare, anche con cadenza settimanale, una somma di denaro definita “punto”. Gli investigatori hanno fatto luce anche su un presunto episodio di rapina avvenuto in un noto bar di Brindisi nel corso della quale furono arrestati in flagranza i quattro autori materiali che agivano per conto di un esponente di spicco del clan malavitoso, presente durante la rapina ma dileguatosi subito dopo in compagnia di un complice all’epoca non identificato. Entrambi sono stati colpiti dal provvedimento cautelare odierno. Le indagini hanno consentito, infine, di disarticolare una presunta rete di spaccio di sostanze stupefacenti riconducibile al clan malavitoso e di documentare come gli esponenti delle piazze di spaccio versavano probabilmente parte dei guadagni dell’attività delittuosa alla consorteria criminale sotto forma di “punto”. Alcuni dei destinatari del provvedimento sono già in carcere. Per un altro soggetto è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.