“Senza avere la sfera di cristallo, ma con la forza della ragione e dei numeri, avevamo messo in guardia il Consiglio regionale quando il 20 maggio scorso si è approvata una legge che trasferiva la gestione del Centro di Riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica alla ASL di Brindisi, dopo 24 anni ininterrotti di proroghe tutte concesse da governi di centrosinistra.
“In quella seduta – è tutto verbalizzato – evidenziammo che i fondi previsti erano del tutto insufficienti e che la gestione pubblica sarebbe costata più di quella privata. Non solo, sostenemmo che un’organizzazione socio-sanitaria cos? complessa non poteva essere trasferita, per altro in piena estate, senza criticità e disagi, fosse non altro perché ci ritrovavamo alla gestione di servizi in una struttura pubblica attraverso personale tutto privato, che andava (tutto???) stabilizzato.
“Per questo gli allarmismi di chi ha provocato tutto questo dovrebbero essere rispediti al mittente, unico responsabile del caos e non sui pazienti e sulle loro famiglie. Per verificare il tutto ieri pomeriggio sono stato personalmente al San Raffaele per capire cosa stesse succedendo, se fosse vero che ci fossero problemi per i ricoveri di nuovi pazienti, mi è stato spiegato che i codici 75 (gravi cerebrolesioni) vengono ricoverati regolarmente, a essere dimessi, invece, sono i codici 56 (recupero e rieducazione funzionale), in questo caso i pazienti vengono trasferiti in strutture fuori provincia o fuori regione. Chiaramente con non pochi disagi per i malati e le famiglie, tenuto conto anche del periodo nel quale tutto questo accade. Perché? È probabile che la ASL BR abbia fatto un po’ di conti, quelli che noi avevamo già attenzionato, e si è resa conto che con le risorse stanziate non si possono garantire tutti i servizi fino al 31 dicembre.
“Non solo, la carenza di operatori sanitari, comune a tutta la Puglia, qui diventa fonte di stress e, in alcuni casi, di disservizio: con i lavoratori che non sanno cosa ne sarà del loro futuro, i sindacati che ora vanno in pressione sulla Regione perché siano stabilizzati tutti, ma è evidente che un’internalizzazione per titoli diventa complicata per alcune figure professioni, senza contare i consulenti, quelli a partita IVA.
“Tutto questo ha un solo COLPEVOLE: la fretta di buttare fuori la Fondazione San Raffaele che improvvisamente da fornire un’assistenza di eccellenza (testimoniata dall’allora premier Conte, il presidente Emiliano e i vari direttori generali della ASL, compreso l’ultimo, Maurizio De Nuccio, non più di un anno fa, al suo insediamento) è diventato un soggetto poco affidabile che gestisce illegittimamente la struttura. E il centrosinistra e il collega Amati in questi 24 anni dove sono stati? Per questo motivo ritengo opportuno che venga istituita una Commissione d’Inchiesta che faccia chiarezza a 360 gradi, dalle proroghe e ai servizi offerti.”