Antonio Macchia, segretario generale Cgil Brindisi, Michela Almiento, segretaria generale Spi Brindisi e Chiara Cleopazzo, segretaria provinciale Fp Cgil Brindisi scendono in piazza a difesa della salute dei cittadini. Martedì 11 luglio 2023 alle ore 18 presso presidio ospedaliero “A. Perrino” di Brindisi si svolgerà una manifestazione-assemblea permanente. “Sanità è allarme rosso, Piano di riordino fallimentare e penalizzante per Brindisi” il tema della lettera inviata a prefetto, questore, presidente della Regione Puglia, assessore regionale alla Sanità, commissario Asl Brindisi, presidente provincia, sindaci e onorevoli del territori, che spiega i motivi della mobilitazione. Da anni la Camera del Lavoro di Brindisi, in uno con le sue categorie della Fp Cgil e dello Spi Cgil, denunciano i problemi della Sanità e lanciano allarmi sul progressivo smantellamento di un diritto costituzionalmente garantito ai cittadini in questo territorio. Purtroppo, oltre ad essere stati «facili cassandre», non possiamo assistere passivamente all’ulteriore progressivo smantellamento del Sistema sanitario che tocca livelli di guardia mai come prima raggiunti facendo saltare completamente i Livelli essenziali di assistenza (Lea) per tutti i brindisini. Lo scandaloso Piano di riordino disegnato nei giorni scorsi la dice lunga “sull’attenzione” della Regione nei confronti di questa popolazione. Basti pensare solo al fatto che sui 900 posti letto concessi a tutti i pugliesi, per Brindisi – già ultima in classifica rispetto alle altre province nel rapporto tra posti letto per migliaia di abitanti (con una media del 2,7 circa) – vengono assegnati solo 30 posti letto. Esattamente un trentesimo! Quando la popolazione è pari a un decimo della popolazione pugliese e l’Asl di Brindisi dovrebbe essere messa nelle condizioni di colmare il gap esistente con le altre Asl pugliesi, seguendo principi di equità e giustizia sociale. Ci chiediamo, e chiediamo a voi, se possa essere questa la considerazione che spetta a questo territorio in cui quotidianamente si assiste alla chiusura di reparti fino a poco fa di assoluta eccellenza – l’ultimo in ordine di tempo è l’Utin (Unità di terapia intensiva neonatale)-, o ad “accorpamenti funzionali” degli stessi, a fughe di medici e personale sanitario, a liste di attesa chiuse o infinite, al sistema dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorsi sempre più in affanno e ridotti al lumicino. Qualcuno che pensa alla famigerata «Azienda zero» forse non si è accorto che l’Azienda sanitaria locale di Brindisi è già a zero da un pezzo. A questa situazione allarmante che ormai vede la Sanità brindisina ridotta a livelli da «Terzo mondo» hanno portato il progressivo azzeramento delle assunzioni, nell’arco degli anni, di tutto il personale sanitario ed una politica programmatoria fallimentare dal piano locale a quello regionale e nazionale. E’ ora di interrompere questa spirale involutiva pericolosa, volta alla cancellazione della Asl di Brindisi e dei suoi ospedali, e di una sanità territoriale che continua ad essere solo una chimera. Non vorremmo che proseguendo su questa scia sia necessario che «ci scappi il morto» prima di agire o accorgersi che la tutela del diritto alla Salute non è più garantito. Rivendichiamo per questo motivo il diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione attraverso un piano sanitario straordinario per Brindisi a cominciare dal mettere in atto una programmazione assunzionale rispondente ai reali fabbisogni ed una complessiva rivisitazione e riorganizzazione delle strutture ospedaliere e distrettuali in un’ottica di equità territoriale in ambito regionale anche rispetto alla redistribuzione dei posti letto previsti. Per questo la Camera del Lavoro di Brindisi, insieme con la Funzione Pubblica, lo Spi Cgil e tutte le altre categorie scenderanno in piazza, in assemblea permanente, martedì 11 luglio – alle ore 18:00, nei pressi dell’ospedale Perrino – per rivendicare il diritto alla salute di questa popolazione mobilitando tutto il mondo dell’associazionismo e la popolazione. Ci aspettiamo e chiediamo a tutti, a partire dalle cittadine e i cittadini, dalle istituzioni agli enti, alle associazioni di partecipare in massa e possibilmente di voler dare formale adesione. Lo dobbiamo in particolare ai nostri figli, ai nostri anziani ed a tutta quella fascia debole della popolazione che tra un po’ in questa terra non potrà più curarsi.
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