Per favore, non scandalizzatevi per quello che è solo un intercalare e non più quella parolaccia, sdoganata da Zavattini sin dal 1976, ancora richiamata dall’allora Presidente Dini nel 1995 e rinverdita in tutta la sua forza semantica dal mitico comandante De Falco ai danni del codardo Schettino. Ora questa medesima esortazione, posta al rovescio ma con pari interiezione esclamativa, la rivolgo ai magnifici 171 iscritti al tuffo di Capodanno. Vi vantate di essere uomini e donne forti e sprezzanti del freddo? Bene, allora … tuffatevi! Volete la fama, gli onori della cronaca, le interviste? E buttatevi! Di piedi, di testa, di culo, ma ia-ti-ca.te-vi senza indugi! Che cos’è questo pusillanime rinvio? Volete apparite duri e puri, forti ed eccentrici e poi battete i denti come femminucce? Cosa aspettate, un bel sole caldo e un tiepido mar per giocare a fare gli eroi? Vi piace vincere facile eh? Quando si prende un impegno bisogna mantenerlo, anche a costo di beccarsi un raffreddore. Fa freddino? E voi tuffatevi con la muta, col cappotto e le mutande di lana, spalmatevi col grasso di balena, scolatevi prima una bottiglia di grappa, raccomandatevi al dio Nettuno o alla Madonna della Sacra Conca, ma per favore fate questo benedetto tuffo di Capodanno! Signori tuffatori “ Amici cella conca “, signor Presidente, vi richiamo all’ordine, fate il vostro dovere, l’intera città aspetta con ansia di vedervi bagnati, urlanti e contenti.