Il tema della violenza sulle donne raccontato attraverso la fotografia per veicolare idee e sentimenti. Colonne Shopping Centre ha avviato una collaborazione con un Collettivo di fotografi romani IKONICA, che con il loro progetto “Sei bella da morire” invitava i fotografi a dar voce alla propria anima attraverso l’obiettivo, lasciando che ogni scatto fosse un grido silenzioso, capace di evocare l’abisso di emozioni che si spalanca di fronte ad una tragedia come “la violenza di genere”. Ne è nata una mostra fotografica, ai nastri di partenza il 3 novembre.
È la storia di madri e figli uccisi, di figli sopravvissuti, dei nostri vicini di casa. È grido di dolore ed empatia verso quelle famiglie che sono coinvolte in tali lutti, e che ereditano solo cicatrici indelebili, un trauma profondo e un futuro in frantumi.
È la storia anche di fotografi, donne e uomini, capaci di esprimere quello che provano di fronte a questo dolore condiviso. Foto che riflettono il sentimento più intimo di ognuno di noi.
La fotografia, come l’arte stessa, è un linguaggio viscerale, capace di andare oltre la parola e di imprimersi nella memoria come un segno invisibile. È il mezzo attraverso cui il fotografo trasforma l’invisibile in visibile, dando forma ai sussurri dell’anima e agli urli silenziosi di chi non può parlare. Così questa mostra, che campeggia sulle mura esterne di Colonne Shopping Centre è un invito ad entrare in una narrazione intima e potente, a farsi attraversare da emozioni grezze e profonde, che ci parlano di una grande battaglia per la vita.
Il team comunicazione di Colonne, coordinato dalla Direzione, ha svolto un lungo lavoro di ricerca e ha compiuto un’accurata selezione tra le foto di proprietà del collettivo IKONICA. È stato un processo di condivisione e confronto, pensato per offrire uno sguardo capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. È qui che si nasconde il potere di questa mostra: veicolare un messaggio che scavalca le barriere, scuote le coscienze, accende riflessioni.
L’opera simbolo della mostra è l’illustrazione di una giovane disegnatrice, Elena Sanso’, che con la sua mano artistica ha reso intenso e rispettoso il messaggio. Elena è stata scelta da Colonne attraverso un attento processo di scouting, volto ad individuare un talento capace di rappresentare un tema così forte. La sua illustrazione delicata ma potente allo stesso tempo, incarna il messaggio profondo con cui è stata pensata la mostra. Il disegno di Elena è caratterizzato da un tratto delicato, limpido e preciso; ogni linea, seppur leggera, porta con sé una forza comunicativa intensa, trasformando l’illustrazione in un grande impatto emotivo.
La donna, vestita di colore rosso, simbolo della passione ma anche della violenza di genere, scatta una foto (anche per richiamare al tema dell’evento, dunque la mostra fotografica) mentre si ritrova in una gabbia tenuta dalla mano di un uomo, perché no, in giacca in cravatta e visibilmente più grande di lei. E proprio mentre lei cerca di catturare il momento in cui diventa piccola piccola davanti al suo carnefice, la mano la ingabbia tenendola sotto controllo.
Dalla mostra sono state realizzate 1500 riviste, che raccolgono le straordinarie fotografie del Collettivo IKONICA, creando un’opera tangibile che amplia e approfondisce l’impatto visivo dell’esposizione.
In tutta la comunicazione interna di Colonne sarà presente il numero nazionale anti violenza 1522. Gratuito e accessibile da tutta Italia, offre un punto di riferimento fondamentale per tutte le donne e persone in difficoltà, garantendo totale anonimato e riservatezza. Il numero rappresenta una risposta concreta e immediata per chi cerca una via d’uscita, un primo passo verso la protezione e il sostegno.
L’iniziativa della mostra rientra nella volontà di continuare il percorso attivo e la piena collaborazione con il Centro Anti Violenza IO DONNA di Brindisi, unendo arte e impegno.
I FOTOGRAFI
Pamela Adinolfi, Laura Bruni, Barbara Cerri, Roberto De Paolis, Danilo Fresu, Luciano Di Meo, Francesco Franceschi, Paolo Liberati, Francesca Mula, Simona Pesce, Simona Pavoncello.