Nella mattinata odierna i militari della Capitaneria di porto di Brindisi congiuntamente a personale dell’Agenzia delle Dogane, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Brindisi e personale del Servizio Veterinario della Asl di Brindisi “Siav B”, ponevano sotto sequestro 3 tonnellate di prodotto ittico, consistente in 2.550 kg. di molluschi della specie “PHYLLONOTUS TRANCULUS” localmente chiamati “murice comune o bulli” e kg. 400 di molluschi della specie “ARCA DI NOAE” comunemente chiamati “piedi di capra o mussolo” per un valore stimato al dettaglio di circa 30.000,00 €.. Il carico illecito veniva intercettato sulla banchina di Costa Morena del porto di Brindisi, durante le operazioni di sbarco da un traghetto proveniente dal porto greco di IGOUMENITSA.
I personale operante, ha fermato e sottoposto ad accurato controllo un automezzo sbarcato dalla nave traghetto proveniente dalla Grecia ed appena ormeggiata nel porto di Brindisi. All’interno del mezzo, abilmente occultato tra prodotti ittici regolarmente trasportati, rinvenivano tre bancali contenenti prodotti ittici della specie “Bulli (PHYLLONOTUS)” e “Mussoli ( ARCA NOAE)”, contenuti in sacchetti in rete di tutti privi di etichette peraltro freschi ed ancora vivi. Il conducente non era in grado di fornire indicazioni circa la provenienza del prodotto ittico, tantomeno di fornire una valida documentazione sanitaria e commerciale che ne comprovasse la tracciabilità. A questo punto, allo scopo di scongiurare che tale prodotto di dubbia provenienza potesse illegalmente finire nei mercati e quindi sulle tavole dei cittadini in occasione delle imminenti festività pasquali, è scattato il sequestro. Inoltre al trasgressore, un cittadino di nazionalità greca e alla ditta esportatrice con sede legale sempre in Grecia, veniva elevata una sanzione amministrativa per un importo massimo di € 4.500.00 (quattromilacinquecento/00), in violazione all’Art. 18 Reg. CE 178/2002 sanzionato dall’art. 2 del D L.vo 190/2006 per carenza della documentazione obbligatoria, mentre il prodotto ittico, ancora vivo e vitale, veniva sequestrato e respinto per motivi sanitari.
L’articolata attività operata nella circostanza, in perfetta sinergia tra più pubbliche amministrazioni, rientra nell’ambito del più ampio controllo sulla filiera della pesca, col plurimo fine di salvaguardare la conservazione delle specie ittiche anche tramite la connessa tracciabilità dei prodotti destinati anche al consumo umano diretto, oltreché delle disposizioni in materia doganale, igienico-sanitaria e fiscale”.