OSTUNI- Nel corso di due distinte operazioni a tutela delle risorse ittiche e di contrasto della cattura e commercializzazione illegale di prodotti ittici, i militari della sezione Polizia Marittima della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Brindisi hanno effettuato una serie di sequestri di ricci di mare e molluschi bivalvi, rinvenuti privi di qualsiasi documento commerciale e/o sanitario che ne attestasse la provenienza.
Nella mattinata di ieri (14 marzo) in località Diana Marina, in un’attività congiunta con il personale militare della dipendente Delegazione di Spiaggia di Villanova di Ostuni, i militari hanno intercettato un pescatore sportivo che, utilizzando un autorespiratore ad aria, aveva raccolto un ingente quantitativo di ricci di mare (paracentrotus lividus), circa 1.000 esemplari. Il prodotto ittico, ancora vivo, è stato sottoposto a sequestro amministrativo e immediatamente rigettato in mare in contraddittorio con il trasgressore, al quale è stato contestato l’illecito amministrativo che prevede l’irrogazione di una sanzione fino ad un importo massimo di € 12.000. Il D.M. del 12 gennaio 1995 disciplina la cattura del riccio di mare, organismo appartenente alla famiglia degli echinodermi, sottoposto attualmente a un prelievo indiscriminato sia da parte dei pescatori professionali che da parte dei pescatori sportivi. Le vigenti normative prevedono limiti giornalieri di cattura di 50 esemplari, con divieto di utilizzo di apparecchi di respirazione ausiliaria, per i pescatori sportivi mentre è di 1.000 esemplari il limite per i pescatori professionali autorizzati che, ai fini della successiva commercializzazione, sono comunque tenuti a conferire il prodotto presso i centri di spedizione autorizzati per il successivo instradamento presso i punti di vendita.
Questa mattina, nel corso di altra attività all’interno del porto di Brindisi, gli stessi militari hanno rinvenuto un quantitativo di circa 30 chilogrammi di molluschi bivalvi della specie tartufo di mare, meglio conosciuti come noci (venus verrucata). Il prodotto ittico si presentava ancora vivo ed allo stato vitale, pertanto, previo sequestro, prontamente rigettato in mare. I molluschi provenivano dalla pesca di frodo pertanto, al trasgressore è stata elevata una sanzione amministrativa prevista nell’importo da un minimo di € 500 fino ad un massimo di € 50.000, proporzionalmente al quantitativo di prodotto ittico pescato.