BRINDISI – Da molto tempo Legambiente evidenzia le crescenti disfunzioni, il danno ambientale ed economico legati alla gestione del ciclo dei rifiuti a Brindisi.
Per questo, Legambiente di Brindisi, tramite il suo presidente Nicola Anelli, ha deciso di scrivere direttamente a sua Eccellenza, il Prefetto Annunziato Vardè.
“Gli impianti che dovrebbero garantire il conferimento ed il trattamento in loco dei rifiuti sono indisponibili, perché mai sottoposti ad interventi di riqualificazione e rewamping (in gran parte finanziati) o perché sequestrati dalla Magistratura a causa di danni e reati gravi oggetto di provvedimenti ed indagini giudiziarie in corso. La gestione della raccolta di R.S.U. in città, dopo l’inopinata interruzione del rapporto con Monteco, ed il frettoloso affidamento ad “Ecologica Pugliese” che non aveva mezzi, locali ed impianti immediatamente attivabili, ha visto precipitare le percentuali dal 37,54% nell’ottobre 2014 (ultimo mese di gestione Monteco) al 26,63% del novembre 2016. Si sono registrati episodi in cui la trasferenza di rifiuti dai mezzi di raccolta più piccoli a quelli più grandi di trasporto e conferimento sia avvenuto a cielo aperto, perfino in strade comunali ed altri episodi in cui umido ed indifferenziato sono stati miscelati nei compattatori. Troppo spesso lo svuotamento dei bidoni carrabili o delle pattumelle e la raccolta di carta, plastica, vetro e metalli sono stati effettuati con ritardi vistosi con conseguenti riflessi e rischi per l’ambiente e la salute pubblica. I bidoni regolarmente scoperchiati sono incentivo per il deposito di altri rifiuti. Le strade sono malamente spazzate (quando ciò avviene) e, non di rado, l’innaffiamento di superfici polverose genera la creazione di una melma spesso mista al guano di colombi fetida e scivolosa pericolosissima per i pedoni. L’Amministrazione comunale ha assunto provvedimenti (revoche dell’affidamento, affidamenti diretti ad altre imprese, gare d’appalto) che impugnati e bloccati davanti al TAR hanno prodotto il grottesco effetto di prolungare l’appalto con Ecologica Pugliese ben al di là di ogni possibile proroga. Oggi Ecologica Pugliese ha subito l’incredibile sequestro di un mezzo di raccolta privo di regolare copertura assicurativa ed ha assunto unilateralmente gravi ed inaccettabili decisioni che hanno comportato l’interruzione della raccolta ben al di là delle ZTL indicate, adducendo motivazioni sconcertati, da un lato per l’impossibilità dichiarata di trasferire all’aperto l’umido presso la Bri. Ecologica Srl (è dovere dell’azienda trovare soluzioni che garantiscano la continuità e l’efficienza del servizio), dall’altro lasciando asserire al consulente legale che il mancato servizio di raccolta e spazzamento comporta, da capitolato, una penale di € 150,00. Facendo due conti, è facile capire come sia conveniente non effettuare servizio piuttosto che prendere tutte quelle multe”: ovviamente tale comportamento “conviene all’impresa e non certo alla comunità! Legambiente ritiene che si sia verificata e si verifichi una palese interruzione di pubblico servizio, causa certa di danni ambientali, sanitari ed anche economici per la comunità, con eventuali reati anche penalmente rilevanti da non portare a conseguenze ulteriori. Quanto sopra Legambiente sottopone all’attenzione di Sua Eccellenza, per le valutazioni e le determinazioni che riterrà più opportuno assumere in merito al garantire il pubblico servizio, la qualità dello stesso, alla riattivazione degli impianti locali non disponibili”.