Simulano un tentato omicidio per dissimulare un incauto maneggio delle armi. Tre denunciati per simulazione di reato, false dichiarazioni o attestazioni in atti dinanzi all’Autorità Giudiziaria e favoreggiamento personale

Svolta nell’indagine della “gambizzazione” avvenuta nel pomeriggio del 10 gennaio 2019 nei pressi del centro del paese da parte dei Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR). Infatti, al termine di un’attività d’indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile unitamente al personale della Compagnia di Fasano (BR) e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi, sono state deferite in stato di libertà tre persone – tra cui la stessa vittima – per simulazione di reato, false dichiarazioni o attestazioni in atti dinanzi all’Autorità Giudiziaria e favoreggiamento personale, commessi in concorso tra loro. La ricostruzione dei Carabinieri infatti, ha completamente smentito le dinamiche dell’evento delittuoso e le dichiarazioni fornite sia dalla vittima, un commerciante ostunese, sia dalle persone che in quel momento si trovavano con lui: Ricci Fabio, commerciante di San Vito dei Normanni ed un appartenente alla Marina militare.La sera del 10 gennaio 2019, il ferito è stato accompagnato dall’amico Ricci Fabio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Ostuni (BR), poiché attinto da un colpo di arma da fuoco all’inguine. In tale circostanza, la vittima aveva dichiarato ai medici di essere stato colpito da un uomo sconosciuto a bordo di una macchina in transito, mentre era intento a passeggiare unitamente al Ricci, per via San Domenico a San Vito dei Normanni. Dopo avergli fornito le prime cure del caso la vittima è stata trasportata presso l’Ospedale di Brindisi, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico mentre i medici hanno contattato i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni. Questi ultimi hanno immediatamente avviato un’attività d’indagine e, fin dai primissimi elementi acquisiti tramite le dichiarazioni dell’amico, sono emerse le prime contraddizioni.I Carabinieri hanno scoperto che insieme ai due vi era anche una terza persona, un militare, che si era defilato dalla scena e che non era stato menzionato né dalle primissime parole riferite dalla vittima né da quelle del suo soccorritore. Proprio dalle parole di quest’ultimo, opportunamente escusso a sommarie informazioni, sono emerse ulteriori contraddizioni che hanno convinto ulteriormente i Carabinieri ad allargare il campo delle indagini anche nei loro confronti.Infatti, la perquisizione effettuata nei confronti di Ricci Fabio ha consentito di rinvenire un vero e proprio arsenale nella sua disponibilità. Sono state rinvenute e sequestrate complessivamente 15 armi (4 fucili e 7 pistole), 3 katane e 200 cartucce di diverso calibro non dichiarate, rinvenute sia nell’abitazione sia nell’attività commerciale dell’indagato, custodite tra l’altro, in un vano sotterraneo accessibile tramite una botola ben occultata nell’anti bagno.Ad esito di questa perquisizione, in cui è stata rinvenuta anche una pistola calibro 22 (come il proiettile che ha ferito il Tasselli), il Ricci è stato tratto in arresto per detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di munizioni, omessa denuncia di armi, munizioni e materiale esplodente.Aspetto particolare della vicenda è che tutte le armi sequestrate erano perfettamente ed ordinatamente custodite negli appositi spazi, ad eccezione della pistola calibro 22, rinvenuta con il cane armato e completamente immersa in una bacinella contenente olio lubrificante.I militari hanno dunque raccolto tutti i riscontri necessari a smontare, passo–passo, le dichiarazioni che i tre protagonisti della vicenda continuavano imperterriti a riferire, acquisendo anche tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, che messe a sistema con i risultati investigativi hanno fatto luce sulla vicenda.La ricostruzione dei Carabinieri, infatti, evidenzia come l’atto delittuoso sia da ricondurre a un evento accidentale e non, come dichiarato dai prevenuti, a un tentato omicidio a opera di ignoti. È emerso che il colpo è stato esploso all’interno dell’abitazione del Ricci Fabio mentre unitamente alla vittima e al militare, erano intenti a maneggiare le armi – tra cui la calibro 22 – di proprietà dello stesso Ricci.La Procura della Repubblica di Brindisi che ha coordinato le attività, condividendo la ricostruzione dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, ha emesso l’avviso di conclusione indagini e contestuale informazione di garanzia, notificato a tutti e tre gli indagati che adesso dovranno affrontare il processo.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO