La richiesta di misure più stringenti per i dipendenti del Comune e la dotazione dei dispositivi di protezione per i lavoratori. È quanto chiedono espressamente i sindacati al sindaco di Brindisi a tutela e salvaguardia dei dipendenti dell’en – te locale. «Tutti i dipendenti vanno posti in smart working per cinque giorni alla settimana, salvo garantire la presenza di un presidio per i servizi essenziali», chiede, in particolar modo, la segretaria territoriale della Fp Cgil, Patrizia Stella, il tutto nel rispetto delle disposizioni emanate nei giorni scorsi e volute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Salute. La Funzione Pubblica della Cgil chiede anche all’Amministrazione comunale di Brindisi di «modificare in tempi strettissimi eventuali accordi individuali o atti organizzativi che prevedono il rientro settimanale per attività non rientranti anche in quelle indifferibili». Sulla stessa lunghezza d’onda le richieste avanzate dal sindacato Csa regioni e autonomie locali aderente alla Cisal. Il responsabile provinciale Li – no Cattolico chiede una verifica della dotazione di dispositivi di protezione per i lavoratori, in considerazione delle precedenti segnalazioni in ordine all’assenza dei presidi per quanti sono chiamati a prestare attività lavorativa. Cattolico, anche alla luce dell’aggravarsi della situazione epidemiologica, chiede anche «di limitare la presenza in servizio dei lavoratori del Comune di Brindisi alle sole ed esclusive attività indifferibili ed urgenti, utilizzando in tutti gli altri casi lo strumento dello smart working, e di esentare dal servizio tutto il restante personale che non ha la possibilità di lavorare dal proprio domicilio, ai sensi e agli effetti dell’art. 87 del decreto legge numero 18 del 17 marzo scorso».