“Lo spreco di risorse nella farmaceutica diretta, cioè quella ospedaliera, che nel 2020 è stato pari a 246milioni, è causato dal mancato controllo continuativo, da parte di Direttori generali della Aziende sanitarie, dei puntualissimi dati di monitoraggio. È quanto riferito dai dirigenti della sezione farmaceutica nelle Commissioni Bilancio e Sanità. A questo punto serve una norma che responsabilizzi i manager delle Asl, perché è ancora troppo grande lo spreco, nonostante alcuni segnali di miglioramento rispetto agli anni scorsi”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Come abbiamo già visto sulla farmaceutica conseguiamo risultati contraddittori: eccesso di spesa per le Asl, più 264milioni nel 2020 rispetto al tetto di 529milioni, e notevoli risparmi per la convenzionata (quella della ricetta rosa), meno 98milioni nel quadriennio 2017-2020.
Negli acquisti diretti dei farmaci da parte delle Asl pugliesi si è registrato, riferito solo al 2020, uno scostamento di oltre 263 milioni di euro. Secondo quanto spiegato in Commissione, questo dipende dalla necessità di una maggiore verifica da parte delle Asl soprattutto sull’appropriatezza prescrittiva da parte dei medici specialistici, sulla mancata adesione a fare centralizzate regionali o sul mancato espletamento di gare ponte per prodotti non acquistati dal soggetto aggregatore regionale e sul non sufficiente utilizzo dei farmaci biosimilari o generici. Tanto per fare un esempio, esiste un farmaco per la cura dei tumori gastrointestinali che ha un costo di 1599 euro. Il suo biosimilare costa 19,90 euro.
Naturalmente possediamo un sistema di monitoraggio all’avanguardia su cui vengono caricati i dati con costanza, ma purtroppo tali dati non vengono analizzati con costanza dai manager delle aziende sanitarie e alla fine dell’anno registriamo l’amara sorpresa di uno spreco milionario sul tetto assegnati alla Puglia, che siamo costretti in parte a ripianare con fondi del bilancio autonomo, cioè risorse che si potrebbero utilizzare per altri servizi importanti.
Più efficiente invece la situazione della spesa per la farmaceutica convenzionata: dal 2017 si è registrata una graduale riduzione, fino ad avvicinarsi nel 2021 al valore di riferimento della media nazionale. In particolare in Puglia abbiamo avuto nel 2017 una riduzione di 28 milioni di euro, nel 2018 di 46,8 milioni, nel 2019 di 6,5 milioni, nel 2020 di 16,9 (e anche nel 2021 il trend sembra essere positivo). Complessivamente fino al 2020 la spesa si è ridotta di 98 milioni di euro. E si rileva con grande soddisfazione che per la prima volta, nel 2019 e nel 2020, la Puglia si è ritrovata adempiente ai tetti di spesa.
Anche per quel che riguarda l’acquisto di gas medicali si rileva il superamento del tetto di spesa indicato dal Fondo sanitario nazionale. Nel 2020 la spesa per acquisti diretti è stata di 9milioni 224mila 958 euro, rispetto ad un tetto massimo previsto di 5milioni 248mila. Nell’anno ancora in corso la situazione non sembra variare granché: tetto di 5 milioni 272mila 798, spesa raggiunta ad oggi 9milioni 348mila 116 euro. Secondo i tecnici, dei buoni risultati (esattamente come accaduto per la spesa farmaceutica convenzionata) si avranno non appena entrerà a regime l’adesione da parte delle Asl alla nuova gara regionale espletata da InnovaPuglia”.