Sportello Antiracket: la Corte dei Conti assolve i funzionari del Comune di Brindisi Locorotondo e Sellani

La Corte dei Conti di Bari ha condannato la ex presidente dello ‘Sportello antiracket Salento’ di Lecce, Maria Antonietta Gualtieri, l’ex dirigente del Comune di Lecce, Giuseppe Naccarelli e il funzionario dello stesso ente, Pasquale Gorgoni, a restituire allo Stato finanziamenti pubblici per 956.809 euro ricevuti in maniera illegittima attraverso false attestazioni di forniture e prestazioni professionali.  L’ex assessore comunale di Lecce, Attilio Monosi, i dirigenti Paolo Rollo e Salvatore Laudisa, l’ex segretario comunale Vincenzo Specchia, l’impiegato Maurizio Vetere, i funzionari del Comune di Brindisi, Marco Locorotondo e Sellani, sono stati, invece, assolti. Per questi ultimi due funzionari, gli addebiti riguardavano la realizzazione dello sportello antiracket di Brindisi. Una vicenda iniziata nel 2018 quando la procura di Lecce aveva disposto il sequestro sui beni e conti corrente per tutti gli indagati, compresi i due funzionari brindisini, chiamati a rispondere di un danno erariale pari a un milione e 171.972 di euro. Sia a Locorotondo che a Sellani verranno restituire le somme, tra cui il quinto dello stipendio, che erano state trattenute da quel momento.

Era, invece, il 12 maggio 2017 quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria eseguirono, su delega della Procura della Repubblica di Lecce, 4 misure cautelari degli arresti, di cui 3 in carcere ed 1 ai domiciliari, notificato l’interdizione dai pubblici uffici a 7 soggetti e disposto a carico di 32 indagati il sequestro delle somme indebitamente percepite dal Ministero. In manette finirono Maria Antonietta Gualtieri, la presidente dello sportello, la sua collaboratrice, Serena Politi, 40enne di Carmiano, ristretta ai domiciliari, Giuseppe Naccarelli, 48enne residente a Veglie e impiegato presso l’Ufficio ragioneria di Palazzo Carafa e Pasquale Gorgoni, 62enne leccese dipendente dell’Ufficio patrimonio dello stesso Comune di Lecce.

L’accusa formulata a suo tempo era quella del danno erariale che si sarebbe concretizzato attraverso la percezione indebita di finanziamenti comunitari per i programmi Pon Sicurezza 2007 – 2013. Parallelamente all’inchiesta della Procura contabile e’ stata avviata anche un’indagine penale. Marco Locorotondo era difeso dall’avvocato Mauro Masiello, mentre Paolo Sellani era difeso dagli avvocati Pietro e Antonio Quinto, Attilio Monosi, Maurizio Vetere e Paolo Rollo erano difesi da Pietro e Luigi Quinto. Vincenzo Specchia era difeso dall’avvocato Giovanni Pellegrino, Salvatore Laudisa dagli avvocati Angelo Vantaggiato, Alessandro Troso e Luigi Leonardo Covella.

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